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lunedì 2 settembre 2019

Il sovranismo si radica in Cina

“I paesi con governi nazionalisti rappresentano il 67 per cento del valore economico del G 20 e quasi l’80 per cento della sua popolazione”, spiega Federico Fubini su “l’Economia”. Di che ci professiamo lupi solitari? Con la solita coda: prima l’uovo o la gallina, si è sovranisti contro il mondo o in accordo col mondo?
Le percentuali esatte calcolate da Fubini sono il 66,8 per cento della ricchezza e il 79 della demografia. Includendo, in ordine alfabetico tra i 20: Arabia Saudita, Brasile, Cina, Gran Bretagna, India, Russia, Turchia, Stati Uniti.
Ma ci sono differenze nelle chiusure. Di quelle americane non si può parlare bene perché le ha adottate Trump e perché, dopo un anno e mezzo, sono inefficaci. Ma è un fatto che la Cina ha rubato e ruba competenze ovunque, specie in Occidente. E che discrimina a piacimento le presenze straniere, per esempio di Google e Facebook. E contingenta alcune importazioni. E che tipicamente, da lunga storia, non negozia ma decide.
La globalizzazione è nata trent’anni fa perché l’operaio americano potesse comprarsi scarpe e abiti (cinesi) a un dollaro o poco più. Ora la Cina è cambiata e le regole andrebbero cambiate – cioè applicate. Anche alla Cina.

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