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lunedì 8 giugno 2020

L’identità è coappartenenza

Due conferenze con le quali, dopo la denazificazione, Heidegger riprende, spiega Gurisatti nella presentazione, “la «distruzione fenomenologica» della storia del pensiero e dei suoi fondamenti  logici e onto-teo-logici”. Una distruzione apodittica, su questo non c’è dubbio, ma confusa. La “differenza” – tra l’essere e l’ente – si direbbe la libertà, come spazio e come “cosa” (azione, volizione). Ma in Heidegger tutto si complica, a nessun effetto – il pensiero scorre a volute informi, specie su quest tema, quello che dà il titolo al volumetto, “Il principio di identità”.
Il  secondo contributo, la “distruzione” della metafisica nei suoi “fondamenti onto-teo-logici”, culmina con una beffarda rivincita (p. 95): “Il pensiero senza-dio, che deve rinunciare al dio della filosofia – cioè al dio come causa sui – è forse più vicino al dio divino”(e probabilmente nell’originale Heidegger intendeva il Dio maiuscolo). E qui si capisce, anche se a nessun esito.
Il primo contributo, “Il principio di identità”, dell’essere e dell’ente che coabitano e si coordinano o si contraddicono, si co-appartengono, è invece una tautologia, ma fumosissima. Giocando con Platone, “Sofista”, “esso stesso a se stesso lo stesso”, e con Parmenide, “lo stesso è sia percepire che essere”, si arriva all’Ereignis, l’evento – uno dei contributi con i quali Heidegger si immortala, e che ogni volta ridefinisce (qui alla p. 44). Giustificandosi così: “Il pensiero ha impiegato più di duemila anni per comprendere in modo appropriato una relazione così semplice come la mediazione all’interno del’identità. Come possiamo quindi noi ritenere che basti un solo giorno per realizzare il raccoglimento pensante nella provenienza essenziale dell’identità?”  
Alla fine, si dirà di Heidegger come di uno che provò a rinnovare il vocabolario, con esiti incerti? Le note di Gurisatti, più che di filosofia, trattano di filologia, anzi di linguistica, anzi di glottologia. Ma inafferrabili, per lo più, anch’esse.
Martin Heidegger, Identità e differenza, Adelphi, pp. 101 € 10


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