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mercoledì 5 agosto 2020

J. Roth a Berlino col mal di vivere

“Sono importanti soltanto le inezie della vita”. Uno sguardo pensieroso, filosofico sulla città. Distaccato dalla “turbolenza urbana e dalla grande tragedia del mondo”.
La raccolta si apre così, di una decina di articoli per giornali berlinesi negli anni 1920, ma è una sorta di memoria della capitale tedesca in quegli anni. Malinconica, come immiserita, e scortese anche, senza la disinvoltura e l’esprit  che Berlino vanta. Una città di pietra di cui il grande urbanista Werner Hagemann ha fatto al diagnosi - di cui Roth riferisce ammirato, senza però dirne il succo (se non che ridicolizza Federico II di Prussia, “il Grande”). A tratti un’altra Germania: “In Germania la competenza è solita esprimersi attraverso il balbettio informe del dilettantismo letterario. L’erudizione non ha carattere”, in Germania?, “il sapere farfuglia come se fosse ignoranza e all’obiettività manca un’opinione propria”.
Testi ineguali. Quello del titolo, “Notti nelle bettole”, 1921, è una rassegna dei locali notturni – bionde e birra – rassegnata, bozzettistica. Roth c’è e non c’è, gli articoli si direbbero alimentari. Se non per un anticipo del mal di vivere. 
Joseph Roth, Le bettole di Berlino, Garzanti, pp. 89 € 4,90


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