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giovedì 20 agosto 2020

Sherlock Holmes a Bagnaia, provincia di Viterbo

Arthur Conan Dole “disincarnato” (morto) vive.  In mezzo ai familiari, le due figlie con più continuità, la medium, il marito della medium trascrittore, e qualche simpatizzante. Testimoni che partecipavano alle sedute spiritiche, e possono quindi garantire la verità del processo verbale che qui va sotto il nome dell’autore di Sherlock Holmes – quasi tutto estranei a ADC, soprattutto la medium e il marito trascrittore, quindi non a conoscenza dei suoi atti o pensieri.
Cosa ha detto e fatto Conan Doyle dopo morto, raccontato da lui stesso. Proprio lui, il creatore dello scientista Sherlock Holmes. L’ha raccontato alla medium Grace Cooke, e il marito Ivan Cooke lo ha trascritto. Grande eloquenza, sentita e operante, la solita materia delle sedute spiritiche, cieli, paradisi, reincarnazioni, buoni consigli e buoni sentimenti, una o due scoperte (Francesco Bacone era un Saggio Rosacroce, col nome di Maestro R.), citazioni, anche dal “Popol Vuh”, e riflessioni: che senso ha p. es. l’eternità, massa informa di coscienza, “come un uovo senza il guscio”? Le solite scemenze – la guarigione dalle malattie attraverso i raggi di vibrazione: primo compito della guaritrice sarà di scoprire il colore con cui vibra il suo cliente, il giallo indica tubercolosi, il rosso avvelenamento del sangue, il viola cancro, l’azzurro il sistema nervoso. E con una particolarità, la cosa che più ne resta, riconducendo l’aldilà di ACD a Bagnaia nei monti Cimini. Proprio, in provincia di Viterbo.
Più interessante è il contorno. È la Fratellanza Polare che indica a ACD la via della testimonianza, creata a Parigi da “un giovane romano”, in un data imprecisata, attorno alla prima guerra mondiale. Nel 1908 il giovane ha incontrato a Viterbo un vecchio saggio, padre Giuliano, una sorta di eremita, che gli affiderà, “al momento dell’addio, alcuni fogli ingialliti dal tempo. Si trattava di un piccolo frammento del «Libro della Scienza della Vita e della Morte». Le pagine contenevano un sistema aritmetico che permetteva di ottenere risposte a qualsiasi domanda”. Due anni più tardi, in un momento di difficoltà, il giovane consulta il manoscritto e ne ottiene una risposta “sorprendentemente corretta e piena di grande saggezza”. Dopo qualche tempo, l’“Oracolo della Forza Astrale”, come il testo è ora denominato, “comandò al giovane e ad un suo amico di andare a Parigi e di iniziare un gruppo che si sarebbe chiamato «Fratellanza Polare»”. Lo fecero, aprirono una sede della Fratellanza in “splendidi locali nella Avenue Junot, sulle pendici occidentali di Montmartre”, e stamparono una rivista mensile, “Bulletin des Polaires”, che “raggiunse una tiratura di diecimila copie”. Col privilegio di indirizzare ACD dopo morto.
Un libro già tradotto nel 1983, che sempre si ristampa. Sottotitolato “a cura di Ivan Cooke, scritto medianicamente da Grace Cooke”. Ivan si dice uno che “da ragazzo aspettava con ansia l’arrivo di «Strand Magazine»”, il mensile che rese celebre Sherlock Holmes. Grace Cooke si definisce “nota medium, scrittrice e veggente”, che fin da bambina ebbe a “custode” Aquila Bianca, da cui ebbe il nome di “Minesta”, arrivata allo spiritismo per l’incontro con Estelle Stead, direttrice della biblioteca Stead Boderland in Smith Square, Westminster, vicino allo Psychic Bokshop, la libreria spiritualista aperta da ACD e affidata alla figlia Mary.
Arthur Conan Doyle, Il libro dell’aldilà, Edizioni Mditerranee, pp. 134 € 13,50

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