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domenica 23 maggio 2021

Il sacco dei servizi pubblici, ferrovie, sanità

Le ferrovie inglesi ritornano allo Stato. Sembra una non notizia – come tale è data. Invece è la dichiarazione di bancarotta della privatizzazione dei servizi essenziali: le ferrovie inglesi, che erano servizievoli, puntuali e anche vezzose, diventarono subito, alla privatizzazione, un incubo. Sporche, e irregolari. Senza benefici di prezzo, anzi più cari. Con incidenti gravi anche in gran numero.
Il fallimento dei treni privati è il primo dichiarato del lodato thatcherismo. Che è stato, ed è, una barbarie civile e un sacco. Economico (aziendale, reddituale) e sociale, a danno di chi non può permettersi un servizio veramente “privato”, cioè costoso. Un altro, peggiore, è in attesa, nella sanità: la sanità privata non ha ridotto i costi, anzi li ha moltiplicati, ed è poco salubre, nella pandemia lo ha mostrato in eccesso, per esempio in Lombardia e in Emilia: non sa fare alcune cose, quele necessarie, e non sa (non vuole) adattarsi alle emergenze.
La privatizzazione è stata ed è un fatto ideologico. Che non migliora i servizi, e non riduce i costi. In più casi che non, ha diffuso il disservizio e moltiplicato i costi. Nel trasporto e la salute come nell’energia: le bollette sono ipercare.  
Allo stesso modo ha funzionato l’outsourcing, l’altro corno dell’ideologia liberista: l’appalto del lavoro, in service, in consulenza. L’appalto all’esterno di molte funzioni aziendali – di cui l’Italia ha abusato probabilmente più della stessa Inghilterra, si veda lo sviluppo abnorme delle partite Iva. Moltiplica le disfunzioni e non riduce i costi. Il gruppo telefonico WindTre, ripetutamente multato per milioni da Agcom, l’autorità di controllo del settore, si difende imputando i disservizi all’imperizia dei call center di cui si avvale.

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