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martedì 26 aprile 2022

Agricole cavaliere bianco di Bpm

Contro Unicredit e altri malpensanti, il raid di Agricole su Bpm era concordato, una mossa da “cavaliere bianco”? D’accordo col management di Bpm, se non con gli azionisti – ma Agricole ha una storia e una struttura analoghe alle risparmio, di cui s’è farcita in Italia, e alle popolari)? Alla terza settimana dal fatto, la mancata reazione di Bpm avalla questa lettura.
I precedenti sembrano confermarlo. Bpm temeva l’assorbimento in Unicredit, le cui attenzioni, dopo il fallimento della trattativa per il Monte dei Paschi, erano solo ovvie. Mentre aveva abbandonato da tempo l’asse in discussione con Bper, la banca di via Stalingrado autoqualificandosi da sola come “terzo polo” bancario - col sottinteso che Bpm avrebbe avuto un ruolo subalterno nella fusione.
Il nuovo socio di maggioranza è invece una garanzia e una prospettiva. Una garanzia in quanto socio francese.
Crédit Agricole Italia si vuole l’erede della cassa di risparmio di Parma e Piacenza, 1860 – acquisita nel 2007, quando Intesa dovette cederla, fondendosi con Sanpaolo Imi. Ma essere una banca francese non sarebbe d’impedimento, e anzi in un certo modo una garanzia. Di garanzia contro ogni eventuale ipotesi di assorbimento di Bpm, che andrebbe soggetto a autorizzazione governativa.
La natura della banca, invece, in Francia e in Italia, molto proiettata sul territorio, e sulle piccole e medie imprese, sarebbe garanzia di una partnership utile – non soltanto, come si scrive, sulla bancassurance. Con Agricole Italia, col suo nugolo di ex casse di risparmio (Firenze, Friuladria, Valtellinese, Spezia, Rimini, Cesena, San Miniato) Bpm può fungere da ammiraglia, senza subordinazioni societarie.  

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