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giovedì 28 aprile 2022

La verità è del romanzo

Molta mafia in queste cogitazioni di Sciascia, pubblicate via via su “L’ora,” il “Corriere della sera”, “La Stampa”, tra l’estate 1969 e il 12 giugno 1979. Con il fascismo, altro tema obbligato. Ma non mancano i guizzi. Fino al ‘500 in Sicilia i nomi di donne erano “inventati”, fastosi, poi dolore e pena. A causa della Controriforma (o non sarà stato l’influsso spagnolo?)? Con un po’ di libertinismo. Rivarol. Il “sesso che parla”, di Diderot, e di Foucault. La signora Goetze che a 51 anni, onusta di marito e figli, trova l’amore in Sicilia e lo racconta a tutta la Germania - con codicillo: “Qualcuno ha detto che il pudore delle donne è un’invenzione degli uomini”. La Laura onorata e riverita dei Sade, fino al noto marchese incluso, “oggetto di un seviziamento impareggiabile da parte di Francesco Petrarca”. E la verità del romanzo: “Il romanzo può dire verità che i libri di storia non sanno o non vogliono dire” - il riferimento è all’amato Stendhal, alla battaglia persa per gli shrapnel, che ancora non si chiamavano così, Shrapnell era il comandante inglese che ne fece per primo uso a Waterloo: lo Stendhal-Del Dongo però ne descrive gli effetti.   
Qualche polemica – velenosa con Scalfari, su Moro e non solo. Le Br – che diceva “stupidi”, accigliatissimo, in un famoso non-intervento tv. Il famoso, di nuovo, “estremismo di centro”, che agita l’Italia. Non senza il pessimismo: “La lettura dei giornali mi dà neri pensieri”, non per le cose che raccontano, per il modo. “neri pensieri sui giornali appunto, sul giornalismo”.
Quanto manca.
Leonardo Sciascia, Nero su nero, Adelphi, pp. 271 € 24

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