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domenica 24 aprile 2022

La fine dei Valdesi in Calabria

In realtà la storia della persecuzione e fine dei Valdesi in Calabria, nel 1561, della colonia di Guardia Piemontese. Per una serie di equivoci, da una parte e dall’altra, che portò a un confronto, e alla presa della roccaforte di Guardia. Una vera storia dei Valdesi pare non si possa fare per “l’incredibile assenza di fonti”,
Una comunità di riformati che viveva tranquilla, con accordi ormai pluridecennali con la famiglia feudataria degli Spinelli, e con le autorità ecclesiastiche, si fa d’improvviso militante, sostituendo il pastore (“barba”, occitanico per zio) della convivenza con uno venuto da Ginevra, calvinista radicale. Si denuncia Spinelli al Tribunale Reale. Controquerela di Spinelli. Giudici speciali giungono  da Napoli, con due battaglioni di truppe, per fare osservare le decisioni dei giudici. Il barone Castagneto, comandante dei battaglioni, viene ucciso. Un nuovo comandante con più truppe viene mandato da Napoli. Lo stesso viceré si sposta a Cosenza per seguire la questione. Pastori e teologi valdesi ascoltati dalle autorità suscitano ammirazione per la compostezza. Ma l’assedio si conclude con l’espugnazione della roccaforte e la dissoluzione della comunità – impiantata, oltre che a Guardia, anche in comuni viciniori, Montalto Uffugo, Vaccarizzo, San Sisto, e altri minori.
Erano più di tre secoli che comunità di valdesi giungevano dalle Alpi Maritime, con contratti di enfiteusi, fitto e altre tipologie. In una regione non ancora del tutto “latinizzata” (soggetta al papa), benché cristiana. E abituata a ricevere cristiani di altre obbedienze, come gli albanesi, e i greci ortodossi. Guardia Piemontese era in origine Guardia Lombardorum, una colonia longobarda.
In appendice, in francese, il racconto di un discendente del “barb” Gilles, che nel 1559 si volle sostituire a Guardia. 
Vincenzo Tedesco, Storia dei Valdesi in Calabria, Rubbettino, pp. 116 € 12

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