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giovedì 27 ottobre 2022

Salvati e sommersi nella Parigi occupata

Il gioielliere Haffmann deve lasciare Parigi durante l’occupazione tedesca e passare al Sud quando si ha la prima notizia del “censimento” degli ebrei. Affida l’attività al suo lavorante, compresa la casa di abitazione, con tanto di atto di vendita e “pagamento in contanti”, con l’intesa che dopo la guerra il lavorante gli restituirà il tutto. Ma il passaggio al Midi riesce a metà, solo la moglie e i figli ce la fanno. Haffmann si rifugia nella cantina, in attesa di un nuovo passaggio. Intensificandosi la persecuzione, quando se ne occupano i tedeschi invece dei francesi,  il rifugio diventa stabile. Mentre l’oreficeria entra nel gradimento di un ufficiale tedesco, il “comandante Jünger, e il lavorante prospera – con i gioielli di mano di Haffmann.

Sarà una discesa all’inferno. La coabitazione, già rischiosa, si aggrava di un altro problema. L’ex lavorante, reputandosi sterile e volendo assolutamente un figlio, chiede alla moglie e ad Haffmann di avere rapporti sessuali a questo scopo. In cambio, s’impegna a impostare le lettere che Haffmann scrive alla moglie in salvo nel Midi, atto che ritiene rischioso. Tutti i rapporti, lavoro, denaro, rispetto, affetti, finiscono per ribaltarsi.

Due ore di suspense create su una piattaforma piatta: pause, attese, grigiore, claustralità. Il film adatta un dramma teatrale di successo dallo stesso titolo, autore Jean-Philippe Daguerre, andato in scena nel 2017. Con un finale sornione – a rischio politicamente scorretto.

Il ritmo e la bravura dei due ruoli maschili, Auteuil-Haffmann e Lellouche-lavorante, questi soprattutto. non lasciano un momento di pausa. Mentre al piano terra a livello strada la presenza tedesca si aggira quieta ma minacciosa. A un andamento lento, guardingo, nella prima lunga parte, una serie di capovolgimenti si sussegue con rapidità nella seconda.  Sotto l’apparente ordine dell’occupante.

Un apologo anche su bene e male così intrecciati, così indipendenti dalla volontà dei singoli.  

Fred Cavayé, Addio, signor Haffmann, Sky Cinema 2

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