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venerdì 25 novembre 2022

La violenza che viene dal basso

Una specie di film-verità: un ritratto dal vero della vita in un grand immeuble di edilizia popolare, un Corviale infetto di occupanti abusivi, condomini che non pagano le quote, amministratori inetti e ladri, speculatori del letto per immigrato “invisibile” (senza documenti) a caro prezzo, perdite d’acqua, luce rubata, immigrati che speculano sulla condizione di immigrati, specie i “minori”, supposti. E una sindaca bionda che vuole risanare, ripartire, ridare una opportunità a tutti, anche a costo di rinunciare alla carriera politica. Aiutata dal suo capo di gabinetto.

Un film che è stato apprezzato a Venezia ma forse non compreso, giacché è presentato come un apologo contro il potere, sulle malefatte del potere. E lo è, ma in forme diverse da quelle scontate: è un potere che guarda ai cittadini, si conforma a essi. Di più, però, è un film su una società in disgregazione, con pochi punti di resistenza, quale nel racconto è la sindaca, determinata malgrado le tante avversità.

Un film che il politicamente corretto sottintende come ipocrisia, a fronte delle realtà. Della violenza dei poveri e della corruzione. E, nella distribuzione dei ruoli come nelle scene e nei dialoghi, degli oneri della misgenation, sociale e nazionale. Mostra la violenza dal basso, minima ma costante, che stride con la società dei diritti che pure vorrebbe proteggerla, ed è rischiosa, per la vita comune, e per i diritti stessi. Non uno sguardo razzista, l’eroe, il capo di gabinetto, è figlio di magrebini, marocchino. Ma gli abusi di ogni genere con cui deve confrontarsi per salvarli sono di immigrati – il collettore di affitti agli africani sans papiers si chiama Esposito.

Thomas Kruithof, La Promessa – Il prezzo del potere, Sky Cinema Due

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