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giovedì 19 ottobre 2023

Ai Brics il controllo dell’energia

In attesa della transizione verde, il mercato internazionale delle fonti di energia viene a essere dominato dai Brics. Sia come grandi consumatori  - India e Cina. Sia come grandi produttori -  Russia, Arabia Saudita, Emirati, Nigeria.
Il vertice Brics di Johannesburg a settembre è stato visto e presentato come elitario, sul piano monetario, di una moneta alternativa al dollaro. In realtà si configura come lo schieramento dominante nel mercato delle fonti di energia.
Il Brics +, o Brics plus, allargamento dei Brics, i paesi industriali che non si ritengono parte dell’Occidente, essendo esclusi dal G 7, ha visto a Johannesburg la richiesta di adesione dei principali produttori di petrolio e gas. Sotto l’egida della Cina,  del “multilateralismo inclusivo” teorizzato da Pechino. E, per l’Iran e l’Arabia Saudita, anche della Russia - un avvicinamento impensabile fino a ieri, tra i leader agguerriti degli opposti schieramenti secolari islamici, sunniti e sciiti.
Di Iran, Arabia Saudita e Emirati è prevista l’adesione il prossimo anno. La Nigeria, altro grande produttore di petrolio e gas, non è candidata ufficialmente, ma è “interessata”.
In prospettiva, non è peraltro detto che il predominio Brics sul mercato mondiale dell’energia si limiti alla fase transitoria, fino all’energia verde: alcuni di questi paesi, Arabia Saudita e Emirati soprattutto, investono molto anche sulle fonti di energia rinnovabili – e la Cina, maggiore inquinatore, è anche di gran lunga il primo mercato della mobilità elettrica.

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