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domenica 26 novembre 2023

Ombre - 695

In Francia un gruppo di ragazzi di genitori maghrebini, esclusi perché minacciosi dalla “notte bianca” in un paesino, ha aggredito e ucciso un ragazzo che invece festeggiava – uno di genitori piemontesi. Sabato notte, otto giorni fa. Gli arresti sono stati fatti tre giorni dopo. I nomi degli aggressori resi noti una settimana dopo. Era un raid punitivo “anti-bianchi”, si voleva nasconderlo.
Un errore politico: Macron ha dato argomenti alla destra, che è la sua avversaria - Macron è nel campo della destra. Ma esito di un errore culturale: che l’integrazione si agevola con una sorta di trattamento di favore per gli immigrati. Che può anche essere una politica saggia – riconoscere che l’integrazione è iter complesso. Ma nasce da un desiderio di colpevolizzarsi. Come “razza bianca”?
 
“Borse globali a un passo dal record”. Mentre ritorna il protezionismo, e le guerre si moltiplicano, in Europa e dintorni. Si balla sul vulcano?
 
Pnr no, Pnrr ni, una campagna asfissiante, e non si sa nemmeno di che si parla. Poi inevitabile arriva il sì, e Bruxelles paga. Tanto tuonò che piove? O è il giornalismo dell’assurdo?
 
Nello scempio di Giulia Cecchettin, una morte così tragica, di che si discute? Che Meloni, che si fa chiamare “il” presidente del consiglio (come vuole la Crusca) e non “la” presidente, è una patriarcale. Sottinteso: mezza assassina, complice del machismo. Sembra bizzarro e lo è. Ma nella tv di Urbano Cairo,  il maggiore editore italiano. Opinione pubblica?
 
Pagina pop di “la Repubblica” per Chanel, per l’inaugurazione a Milano di un nuovo negozio Chanel. Illustrata da una foto che lo stesso brand francese utilizza sullo stesso giornale, lo stesso giorno, per una pagina di pubblicità, pagata. Informazione?
 
La Corte dei Conti contesta a undici funzionari dell’Inps un danno erariale per ben 11 milioni, per pensioni anticipate erogate senza diritto in obbedienza a falsi “stati di crisi” promossi da Gedi, la società editrice di “la Repubblica”, “la Stampa” “Il Secolo XIX” e, all’epoca, altri giornali. Ma è una non notizia, non ne scrive nessuno.
 
Per lo stesso prepensionamento artefatto è stato promosso due anni fa dal gip di Roma un procedimento penale. Con una provisionale (versamento anticipato in conto probabili danni) di 38 milioni, cifra astronomica. Anche questa è stata all’epoca, e continua a essere, una non notizia.
 
La Ue lavora alacremente ad ampliarsi – è già arrivata in Georgia, e perché no l’Armenia, non sono cristiani anche quelli? Ma i soci fondatori si fanno patti tra di loro, la Francia con l’Italia, la Germania con la Francia, l’Italia cn la Germania. Si guardano le spalle?
Non sarebbe sbagliato, molti che entrano nella Ue lo fanno per i sussidi, non hanno alcuna intenzione  di integrarsi. Non solo politicamente (diritti, spesa, fisco), ma neanche commercialmente..
 
Martedì in prima di “Repubblica” Mastrobuoni documenta e spiega l’accordo Germania-Italia, sui migranti, che si va a firmare a Berlino mercoledì. Mercoledì il “Corriere della sera” schiera tre giornalisti sul viaggio di Meloni a Berlino senza menzionare l’accordo. Se non lo dice il “Corriere” non esiste – la sindrome “Lascia o raddoppia”, del celebre segretario di redazione Mottola di sessanta o settant’anni fa, che sosteneva sconveniente parlare della tv nel giornale?
 
Gira per i giornali americani, i più vicini a Israele, la domanda se gli aiuti militari non debbano condizionarsi al rispetto dei diritti umani, anche nella guerra in corso con Hamas. In guerra non si guarda per il sottile, il diritto internazionale si sospende, o si dilata, ma in effetti come ci si è arrivati?
 
Fanfara sull’incontro di Biden con Xi a San Francisco. Prima. Silenzio dopo. Resta da sapere perché gli Stati Uniti hanno spinto la Cina verso la Russia, con dazi, Taiwan, Uiguri, nel mentre che preparavano la guerra Ucraina-Russia, boicottando gli accordi di Minsk su Crimea e Donbass. Tre presidenza differenti, Obama, Trump, Biden? No, la politica estera americana corre sotto il voto presidenziale.

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