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lunedì 27 novembre 2023

La scomparsa del Pci

Un saggio che si legge più per quello che manca che per quello che c’è. La metamorfosi è del Pci, il partito Comunista Italiano, per i cent’anni della anscita, nel 1921. Il Pci di Togliatti, nel dopoguerra, era diverso dal vecchio, dopo la “svolta di Salerno”,  costituzionalizzato nel senso pieno. Ma non ha sapto sviluppare questa mutazione. Per la morte di Togliati, i cui successori lasciarono il partito come lo ereditarono, ancora in transizione, nei primi ani 1960. Da qui la deriva, il progressivo distacco del partito dell’evoluzione della domanda sociale.
Cosa manca? Tutto: il settarismo e il sovietismo. Questo non tanto nei legami finanziari con Mosca, forse inevitabili nella guerra fredda, quanto nelle scelte politiche e nell’organizzazione partitica. A specchio di quella di Mosca, verticistica, col segretario-uomo del destino, anche se non sanguinaria – ma con scomuniche e espulsioni-degradazioni. Il cosiddetto centralismo democratico, con plenum, comitato centrale, direttivo. E la politica ridotta a settarismo. Che non fu inventato da Berlinguer, semmai da lui esasperato in tempi e modi che lo rendevano assurdo – dopo cioè avere accettato quattro anni di “compromesso” inflittigli da Moro sornione con la Dc di Andreotti (con la Dc di Andreotti). Un partito che Togliatti vole nemico del centro-sinistra, invece di fare del centro-sinistra, come qualsiasi tattico di sinistra avrebbe fatto, con un minimo cioè di sensibilità, una corridoio umanitario per la sinistra italiana nella guerra fredda europea –nel 1961 la sinistra andava al governo nella sinistra europea solo in Italia. E quando si adagiò nell’eurocomunismo, che fu inventato per il Pci negli anni 1970 dai giornali e le tv inglesi, lo fece per compiacere la City con nuovi debiti, comunali e regionali.
Perché il Pci è scomparso? Boh! Perché Occhetto, D’Alema e Veltroni non sono simpatici a Canfora – probabilmente, neppure questo è detto, di loro non c’è traccia. Togliatti è il nume. Ma Togliatti è quello che nella guerra civile di Spagna fece la guerra ai socialisti e agli anarchici. E nelle “purghe” degli anni 1936-1940 a Mosca, dei compagni che vi si erano rifugiati, all’hotel Lux, e di notte scomparivano senza lasciare traccia, non fece nulla. Dogmatista mellifluo, di educazione piemontese, ma duro e durissimo - il dogmatismo  non vuole dire nulla, si può anche imporre il parlamentarismo, e il mercato perché no, una italica Nep, ma è una clava: bisogna filare dritto.
Cosa resta del Pci, del resto, nella storia? E nella società, a parte il culto del capo, ora Berlinguer? Che amministrò bene Bologna. Ma Bologna, che l’architetto Cervellati vendeva così bene ai giornali inglesi per fondare l’eurocomunismo, si amministrava bene anche col papa.
Luciano Canfora, La metamorfosi, Laterza, pp. 96, ril.  €12

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