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martedì 12 dicembre 2023

Gli errori del papa

Si chiude a coda di pesce il processo intentato dal papa all’ex cardinale Becciu. Due anni di dibattimento non sono riusciti a incolpare l’ex porporato. Benché gestiti dall’incomparabile Pignatone, il giudice siciliano che aveva esportato dieci anni fa la mafia a Roma. Con procedure da Inquisizione. Con due anomalie.
Una è che il commento sulla vicenda di Galli della Loggia oggi sul “Corriere della sera” è stato eccezionalmente confinato alla pagina dei commenti – in taglio basso - invece che in prima, come da contratto con lo storico. L’altra è la disattenzione dei media, malgrado i tanti motivi di scandalo: lo scandalo c’è stato all’inizio, ma appena le procedure si sono appannate è stato dismesso. Invece che essere accentuato per i tanti motivi di scandalo vero: i diritti negati alla difesa, i documenti nascosti, l’anatema del papa all’origine del procedimento, la segretezza del procedimento.
Becciu, allora cardinale, che dalla segreteria di Stato gestiva alcuni affari immobiliari vaticani al posto dello Ior, fu condannato, prima che rinviato a giudizio, dal papa in persona. Che gli tolse anche, procedura senza precedenti, il titolo di cardinale, per indegnità.
Una decisione opaca, come tante del papa Francesco. La campagna contro il cardinale Bertone, già bersaglio della massoneria per opporsi agli espropri – al “mercato”. La nomina di Francesca Immacolata Chaouqui e dello spagnolo monsignore Balda a controllori delle finanze vaticane senza alcun titolo – se non il laicismo delle rispettive famiglie. Quando più forte era l’assalto laico alla sanità creata e gestita dal Vaticano, il San Raffaele a Milano, espugnato, e a Roma l’Idi, i Fatebenefratelli, il Bambino Gesù.

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