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lunedì 11 dicembre 2023

Letture - 639

letterautore
 
Altezza – Nell’opera dei pupi dice molto, scopre Rumiz in Sicilia, nell’ultimo “Una voce dal Profondo”. Il “pezzo da novanta” sono i centimetri di Orlando, l’eroe. Mentre Gano è 50 centimetri al più. “U curtu”, il piccolo, detto famosamente di Riina, il capomafia sanguinario, non è un titolo, è un soprannome derisivo.


Caillois – Sasso (caillou) di nome e di interessi – nomen omen, si direbbe. Una mostra all’Accademia di Francia  a Roma sulle pietre, in natura e nell’arte, “Storie di pietra”, si apre nel segno del socio-antropologo Roger Caillois, che le collezionva e le “leggeva” – tra capriccio della natura e immagini d’artista.

Dante – Entra nella liturgia in chiesa, in particolare nella raccolta rinnovata degli inni sacri varata a suo tempo dal Concilio Vaticano II e ora infine messa a punto. Da buon conoscitore della liturgia, e anche utilizzatore di essa, della sua parte poetica, ora entra nella nuova “Liturgia horarum”, di 291 inni in versi latini, con due componimenti che riformulano in latino la preghiera di san Bernardo alla Vergine, all’ultimo canto del “Paradiso”.

Denti – A 34 anni Tolstoj non aveva più denti – Lev L’vovic Tolstoj, “La verità su mio padre”.


Freud – “Il Babbonemo di tutti loro”, così viene definito un personaggio, in conversazione con una psichiatra, ne “Il dubbio del killer”, il giallo di John Banville. Da un altro personaggio, che lo chiama così da “ammirato lettore di William Blake”. “Figli di Babbonemo” è per la verità una trilogia recente di Arno Schmidt. Riferita a William Blake è la poesiola sul babbo che non c’è, che non risponde agli appelli accorati dei figlio, “Il bambino perduto”.
 
Machiavelli – È repubblicano, indubbiamente, un democratico in termini moderni. Presentando sul “Sole 24 Ore Domenica” l’assemblea romana dell’International Machiavelli Society, Gabriele Pedullà lo fa repubblicano per le posizioni esplicite dei “Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio”. Anche per l’esperienza personale, si può aggiungere. Ma, allora, il discorso del “Principe”? Sicuramente è (anche) una semplificazione del potere, mostruosa. “Oggettivamente”, si sarebbe detto una volta, un’esposizione contro il potere, in forma vendicativa celata, di apologia insostenibile – le categorie di sociologia politica per cui il trattatello lo ha reso celebre, della virtù, l forza, l’inganno, il fine, i mezzi, etc., non sono in sé valoriali.
 
Maschicidio – Tale si può dire il trattamento che Maria Callas riservò al primo marito, Giovanni Battista Meneghini, che per lei aveva lasciato la famiglia e gli affari: “Spietata col marito” la ricorda “Mephisto” sul “Sole 24 Ore Domenica”, “che l'aveva sostenuta e lanciata in una carriera stellare, lo detestava perché grasso, vestito da cumenda”, e lo tenne “senza rapporti d’amore per otto anni”. Benché lui l’avesse sposata che pesava 98 chili – pesava lei. Meneghini però non ne morì. E anzi, dice wikipedia, “il destino volle che, ottantaduenne, diventasse lerede della moglie, morta a 53 anni” – della ex moglie, ormai da diciassette anni.
 
Mogli – In aggiunta alle partner già note di poeti e scrittori che ne sarebbero state co-autrici, la studiosa di Musil Regina Schaunig, del Robert Musil Institut di Klagenfurt, aggiunge Martha Malcovaldi, moglie di Musil, cui la sua ricerca, “Das Murmeln der Dichterfrau: Martha Musil als Co-Autorin”, è dedicata, e  Venetiana Taubner-Calderon, “Veza”, moglie tarda, ai 37 anni, e poco amata, di Elias Canetti. Della moglie di Canetti riporta una lettera del cognato Georges, fratello dello scrittore: “Quello che tu hai fattom quello che tu sempre ancora fai, è straordinario, e credimi, farò di tutto perché si sappia chi di voi due era grande, grande in carattere”. E opina che questo sia il motivo per cui Canetti ha disposto “un personalissimo decretato… blocco della sua corrispondenza privata fino al 2024”.
Ma altre mogli Schaunig sostiene che ebbero parte dei lavori di scrittori famosi - .dopo avere ricordato che di Brecht è opinione comune che abbia preso il prendibile dalle sue amate “sul piano finanziario, emotivo e anche come co-autrici”. La moglie di Musil naturalmente, Martha Macovaldi, la seconda moglie di Dürrenmatt, Charlotte Kerr, Emilie Fontane (“ebne parte attiva nel lavoro letterario del suo  uomo, tra l’altro leggendo e correggendo i i suoi testo prima di ogni altro”). Afferma anche che Ingeborg Bachmann, col progetto “Todesarten”, voleva mettere i puntini sugli i, dopo che Max Frisch, suo partner di vita a Roma per cinque anni, ne aveva scritto in “Gantenbein”. E che Sofia Tolstaja sfidò,nientemeno, il marito, nei diari, le lettere, e il suo “controromanzo”, “Di chi la colpa? I racconti di una moglie”.
 
Persefone - È la prima vittima di violenza sessuale, se non di stupro. Rapita alla madre Demetra-Cerere, alla Terra, da Ade, il dio degli Inferi, che la confina al sottoterra, all’inferno. La fumettista neozelandese Rachel Smythe fa quella di Ade con Persefone anche una storia d’amore, nel quarto volume della sua rivisitazione della classicità, “Lore Olympus”, ma Persefone quando ritorna sulla Terra si ritiene liberata. Come tale è celebrata ovunque se ne radichi il mito, nella Loride (a Bova, a Pasqua, come rito della resurrezione), o a Enna, Siracusa e in Grecia, nei tanti luoghi dove se ne celebra il rito, a partire da Eleusi.
 
Psicoanalisi - Una “forma carsica” dello spirito la vuole Rumiz, nel suo viaggio nei terremoti (“Una voce dal Profondo”, p.47): “In fondo, la familiarità con le grotte aveva generato una forma di ‘carsismo’ emozionale nelle genti di casa mia, una Trieste dove, guarda caso, psicoanalisi e speleologia erano nate in anni vicini tra di loro”.
 
Santini – Repentinamente abbandonati, in chiesa e nelle processioni, con la fine del secondo millennio, risorgono su Terrorgran, la rete di siti ipernazisti. Charles Manson, quello della strage di Sharon Tate e dei suoi ospiti, si raffigura come “Salvator Mundi”. L’unabomber americano Ted Kaczinsky, matematico, accademico e serial killer come “L’intelligente”. Su “La Lettura” Alessandra Coppola  ne fornisce vari esempi.
Ricorrono anche nei giuramenti di mafia del giudice Gratteri e di Antonio Nicaso – di ‘ndrangheta nella fattispecie.
 
Terremoto - “Il ruggito del Minotauro”, prigioniero del labirinto - Paolo Rumiz, “Una voce dal Profondo”, 18
 
Trieste – Si può dire la capitale italiana del “profondo”, in senso fisico e psichico. Il triestino Rumiz ricorda di essere stato appassionato speleologo, lui come i suoi compagni, nell’adolescenza. Nel libro che raccoglie le sue indagini sui terremoti passati e recenti, “Una voce dal Profondo”. Adriano Sofri, triestino di nascita e di madre, ha inseguito per anni il sottosopra, i tombini, le cloache, i canaloni, le grotte. Magris la ricerca delle sorgenti del Danubio ha lasciato indefinite, una sorta di variazione della terra, della terra umida. Trieste è anche la città della psicoanalisi, parte della più vasta psicologia del profondo.  

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