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domenica 8 giugno 2025

L’esercito di Trump, i bianchi poveri

“Da tempo sono preoccupata e al contempo affascinata dall’ascesa della destra negli Stati Uniti”. Entra a gamba tesa Arlie Russell Hochschild, sociologa di riferimento per gli studi sulle emozioni nella vita sociale e politica, icona della sinistra politica in America, su “Una città”, il mensile molto progressista di Forlì (di interviste e foto, ora al suo trentesimo anno di vita). Per gusto della verità,  o perché a 85 anni uno può dire ciò che pensa. E ciò che pensa, in questa dettagliata e argomentata intervista, la accomuna al vice di Trump, J.D.Vance, che prima di entrare in politica è stato una dozzina d’anni fa autore bestseller di una “Elegia americana”, in realtà “Hillbilly Elegy”, elegia dei cafoni, che sono i bianchi del Kentucky, con i quali è cresciuto. Nello stesso tempo, nello stesso Stato, con gli stessi “bianchi a pallini neri”, Hochschild scopriva la stessa America, abbandonata, impecuniosa, specialista di aiuti governativi, beona, drogata, attaccabrighe.

“Nel 2016”, esordisce Hochschild, “ ho scritto un libro incentrato su una regione degli Stati Uniti profondamente di destra, il Sud, la Louisiana, dove il Tea Party, un precursore del movimento Maga, era molto forte. Lì ho imparato che le cose che Donald Trump offriva alle persone facevano risuonare in loro qualcosa… “. Poi, dice, per approfondire, “ho scelto un’altra area del Paese, il Kentucky Orientale, il Kentucky 5, che è la regione più bianca e la seconda più povera del Paese….”.
La regione più bianca è la più povera. Vance non è arrivato a tanto, compulsa moltissimi studi ma questa statistica gli è sfuggita o non ha voluto considerarla. Ha però rappresentato quello che ora Hochschild spiega, i bianchi impoveriti del Kentucky orientale col prospiciente Ohio. Nel mondo come ora Arlie Hochschild spiega: “Non era questo ho poi scoperto l’aspetto importante, che fosse un’area bianca e povera, bensì che sentiva di aver perso quello che aveva. L’elemento della perdita….”. Il risentimento nel degrado.
Da leggere, è un’intervista lunga e breve – a volte la sociologia è istruttiva. Il problema è che l’impoveriento dei bianchi – in realtà dei lavoratori  manuali – o è bollato di razzismo, o è ritenuto marginale. Se non, nell’ottica americana, di falliti o incapaci.
Arlie Russell Hochschild (intervista a cura di Barbara Bertoncin), L’orgoglio e la vergogna, “Una città”, n. 309\2025, aprile, free online

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