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lunedì 9 giugno 2025

Ombre - 777

Siamo passati dal lunedì 2 giugno, la festa del primo referendum, onesto, sì oppure no, al lunedì 9, per i referendum di Landini  che nemmeno un luminare del diritto avrebbe potuto sceverare – ammesso che uno sia andato al seggio per votare sui quesiti e non per “obbedienza di partito” (di partito, di quale partito?). Uno spettacolo per Landini, tutta la campagna referendaria in tv, e anche dopo, per “celebrare” la sconfitta. Mah!
 
Cauta, cautissima, la Rai sulla débacle referendaria. Domenica il notiziario delle 13 dà l’affluenza al misero 7 virgola alle 13,25, dopo i delitti, le guerre, lo sport, e in cinque-sei parole, passando subito ad altro. Strano per essere una Rai di destra, in virtù dello spoil system, quindi anti-referendaria. In realtà la Rai è immutabile – è quella di Bernabei, di sinistra e di destra, democristiana. Ci sono sempre Dc di destra e di sinistra, abbastanza per coprire ogni spoil system, purché non si cambi.
 
C’è un deep State anche in Italia, ma non militare e non finanziario – basti vedere la fine di Mediobanca-Generali, i “poteri forti” laici. La Rai è una di quelle cose che la Dc non ha mai ceduto, con l’energia (Eni, Enel), la ricerca scientifica, e l’università.
 
La banca anche si può dire Dc: le vecchie Popolari e Casse di risparmio, oltre all’impero Intesa costruito da Bazoli, il consulente finanziario del vescovo di Brescia. Unicredit fu creata per bilanciare il compromesso di Berlinguer, sempre da banche bianche ma affidandone la gestione al compagno Profumo – come poi il fatale Mps.
 
“Il Btp migliora su tutti gli spread. Risultati al top nell’eurozona”, certifica “Il Sole 24 Ore”. Meglio che col governo Daghi? Molto meglio: anche un governo eletto può fare cose buone, certificherebbe un moderno Poirot.
 
“La questione delle curve pericolose non è solo milanese”, spiega Marina Del Duca in un’inchiesta su “l’Altra Voce” oggi – delle “curve” allo stadio, del tifo calcistico: sono 431 gli ultras censiti dalla Digos, orientati per lo più politicamente, quindi da destra a sinistra, le cui attività vanno dal bagarinaggio al merchandising, e allo spaccio di stupefacenti. Bello sport – il tifo, non era una malattia?
 
Oh 
meraviglia, un tripudio, tricche e ballacche e putipù, per il riarmo, al 2 per cento, no al 3,5, no al 5 per cento. Nessun giornale o tg che spieghi cosa vuole dire il 5 per cento del pil da spendere in armi. E per fare che?

 
Lodi anche esagerate, da campagna promozionale, gratuita?, per la “partecipazione” tedesca e francese alla guerra in Ucraina, contro la Russia – partecipazione che Germania e Francia tralasciano di rivendicare, anche perché non la fanno.
Cioè, il giornalista italico è il tipo Gano di Maganza nell’opera dei pupi palermitana del signor Cuticchio, che intima: “Vile Meloni, tìrati di panza!”
 
Dopo la lite con Trump, Elon Musk diventa beniamino democratico. All’istante. Gli comprerebbero anche Starlink. Adorabile anche per l’abitudine di “farsi”. Non era molto, qualche settimana fa, che era un nazista - “ha fatto il saluto nazista”, etc.
 
Nemmeno una riga, non in Italia, per Joshua Wong - eccetto “il Foglio”. Che pure in Italia dovrebbe essere noto, in qualche modo, ospite nel 2019 al Senato dei Radicali e di Meloni - da remoto, perché impedito di lasciare Hong Kong. E un anno dopo ancora al Senato, ancora invitato da Fratelli d’Italia, senza più i Radicali. Chi è Joshua Wong? È l’attivista più noto per la democrazia di Hong Kong, cui Xi ha messo la museruola – per di più è cristiano. La cosa non interessa, la Cina è un affare.
 
Per Brusca in libertà Saviano esibisce sul “Corriere della sera” una disamina particolareggiata dell’uomo, delle mafie (di Riina, Cutolo, Messina Denaro), dei “pentimenti”, della spregevolezza di questi assassini che lo Stato protegge, mentre maltratta gli “innocenti…in carcere per mancanza di adeguati strumenti di difesa”. Invidiabile. Niente del genere sui media per la politica, italiana (solo cerchiobottismo) o internazionale (a parte il tycoon). Solo le mafie hanno specialisti.
 
Le cronache romane scoprono all’improvviso quello che tutti vedono e sanno, che Roma è “la capitale delle strade più pericolose”. Lo dice uno studio multinazionale e non possono più tacerlo. Anche perché, tra buche, asfalto dissestato e indisciplina si fanno quasi cento incidenti al giorno, e i morti sono 66 negli ultimi diciotto mesi. – “in manutenzione si spende meno che a Venezia”, che come si sa ha strade d’acqua. È la vecchia scuola delle federazioni giovanili? Tutto è politica, fare il cronista per fare domani il ras politico?
 
“Frustrazioni e paranoie portano alla violenza”, dice Crepet, a proposito dei “messaggi” contro i politici. Che però non sono di dementi: quello che voleva la morte per la figlia di Meloni e si vuole fare passare per scemo è un professore
 di liceo. Professore pure quello che prometteva “Piazzale Loreto”  sempre a Meloni. La violenza politica si direbbe di “destra”, mentre qui è di“sinistra”. Non da ora, da Berlusconi in poi, cioè da trent’anni.

Cioè, al netto delle minacce, sono trent’anni  che la destra è maggioritaria in Italia, nell’opinione. E la sinistra frustrata e vendicativa?
 
Nemmeno il Brasile, il Brasile di trenta e quarant’anni fa, ha avuto una reazione simile a quella della Francia per la vittoria in un torneo di calcio. La vittoria di un club, di uno sceicco, nemmeno della Nazionale. E la violenza ovunque, non in centri particolari, o contro un nemico. Si pensa alla Francia come a sorella latina, più aggraziata e intelligente, e più compatta. Mentre è sempre stata incline alla violenza - si pensi ai “gilet gialli”, alla violenza per la violenza, ogni sabato, per mesi e anni. L’Italia non ha avuto peggiori invasori dei francesi, Normanni, Angioini, Carlo VIII, Luigi XII, Napoleone, col diritto al bottino – anche a mettere nel conto la reazione austriaca al Risorgimento (gli austriaci non si portarono via nemmeno un quadro).
 
Andiamo al referendum per dimezzare l’attesa per la cittadinanza, e che si scopre? “L’Italia è prima in Europa per le naturalizzazioni”, il sociologo Maurizio Ambrosini, fautore del Sì al Referendum: “Grazie alle sanatorie varate dai governi guidati da Silvio Berlusconi. Lui è stato il più grande regolarizzatore europeo degli ultimi quarant’anni”. Al governo con la Lega.

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