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mercoledì 28 aprile 2010

Obama cacciatore cacciato

Ha mangiato subito la foglia, il presidente degli Stati Uniti, ed è tornato on the road. A parlare alla “gente” sulla “main street”, sul corso. Nel cuore del paese, fuori dalle metropoli sofisticate e dai talk show che si titillano l’ombelico. Alla maniera di Berlusconi, ma certo con più grazia. E con lo stesso risultato: sottolineare tutto ciò che ha da dire. Che ha già detto, quando ha paragonato i banchieri ai gangster, ma che secondo i rispettabili media gli avrebbe alienato le simpatie della “gente”.
Un presidente degli Stati Uniti non è un Berlusconi: ha un potere e una solidità istituzionale immensi. Per questo fa una certa impressione vederlo affannato a spiegarsi e cercare il consenso. Ma dopo aver dimostrato che ha fegato, col sistema sanitario e il confronto col cinismo finanziari, dimostra nella sua campagna a basso livello di sapere come funziona il sistema dei mass media. Che ha giocato a suo favore nella campagna elettorale, facendone un cacciatore spietato di voti, ma ora ne ha fatto una preda. Sempre indirizzato, se non controllato, dagli stessi gattopardi: i media e il mercato sono tutt’uno, sono il dominio della comunicazione, e la comunicazione va sempre capo ai fondi e alle banche, direttamente, con la gestione dell’informazione, e indirettamente, come inserzionisti e finanziatori.

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