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martedì 10 agosto 2010

Svanite in Procura le denunce Rai dei Tulliani

Il partito degli anti-Tulliani alla Rai, che è quanto dire tutta l’emittente pubblica, è a caccia delle varie denunce che da un anno si sono seguite sugli appalti alla madre e al figlio Tulliani. Qualcuna pubblica, su tutte quella di Guido Paglia, il giornalista da sempre amico di Gianfranco Fini, il compagno della Tulliani figlia che ha propiziato il benessere della famiglia. Molte private, seppure indirizzate alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, e forse anonime. Ma circostanziate, come ormai si sa. Tulliani madre ha incassato un milione e mezzo di euro come una sorta di diritto d’agenzia su una striscia quotidiana di circa duecento puntate. Tulliani figlio, a cui il direttore di Rai Due Mazza aveva promesso la produzione di un programma in prima serata, che poi retrocesse in seconda serata perché si presentava, e fu, un flop, avrebbe incassato, seppure in veste di produttore, il doppio.
Ci dev’essere stato un cortocircuito in Procura, si maligna in Rai. Dove il partito aziendale gongola per la disavventura degli improvvisati produttori: è una carta che si ritiene infine decisiva contro il facile outsourcing, l’appalto all’esterno di servizi e programmi. E l’aspettativa è che qualche testa cada, alla direzione della Rete Uno, di cui Mazza è ora titolare, e dei programmi, riaprendo spazi per le carriere interne. Ma il trionfalismo è cauto: il fatto che le denunce siano cadute nel nulla, senza intercettazioni o altri atti istruttori, fa temere che lo scandalo venga comunque coperto.

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