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lunedì 8 novembre 2010

La formula Fini in Sicilia, triste presagio

Se la Sicilia prefigura, some pretende, i modelli politici italiani, Fini ha già fatto flop a Palermo. Uno dei tanti vanti della Sicilia è di prefigurare gli assetti nazionali con le sue ingegnerie politiche. Anche Sciascia, che pure è un cervello politico, ci ha creduto. I monocolori, con la destra, con la sinistra, il centro, il pentapartito, il compromesso, il golpe giudiziario, il berlusconismo, la Sicilia si è sempre illusa di averli inventati. Gli storici non se ne sono interessati, e quindi non sappiamo se la pretesa è vera. Ma il precedente non è buono per Fini. Perché quello che lui vuole fare Raffaele Lombardo l’ha già fatto, lasciando Berlusconi per mettersi con Casini e il Pd, ed è subito fallito. E questa è la seconda volta che la Sicilia fallisce la sua missione nazionale: analoga polpetta aveva commigliato Silvio Milazzo mezzo secolo fa, con analogo risultato. Si vede che la ricetta, benché sciliana, proprio non funziona: uno di destra che si mette a capo della sinistra.
Lombardo è fallito anche perché, bisogna dire, non è Fini: è uno che non si sa come prendeva i voti, e ora si sa. Ma pure Fini è uno che non si sa come prende i voti. Cioè si sa come li ha presi, sulla spalla di Berlusconi, ma non si sa se li riprenderà. Anzi, si sa che non li riprenderà. Il che, rigirando la frittata, potrebbe anche essere di beneficio, per la sua futura statura di statista: gli eviterebbe di tentare un governo che non sta in nessun libro, il centro-sinistra del neo fascismo - si è sempre detto che (ex) comunisti e (ex) fascisti erano speculari, ma lo dicevano i reazionari.
Anzi, a proposito, non c’è solo il tardo milazzismo di Lombardo, Fini stia in guardia se vuole salvare il doppiopetto anche per un altro motivo. I commentatori dei grandi giornali lo illudono che reazionario, fascista, comunista, centro-sinistra, sinistra, destra, sono concetti perenti, che la società moderna è una composta, una melassa, un polpettone. Non è vero. Se così fosse Berlusconi ne sarebbe il re incontestato, e invece non lo è. Figurarsi i sottopancia di Berlusconi e le sue creature politiche.

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