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sabato 10 dicembre 2011

Ecco l’Ue, a presidenza tedesca e senato a 26

Senza costituzione e senza una lingua comune, ma una Federazione Europea si può dire nei fatti, in un quadro ormai chiaro. Il potere esecutivo è tedesco, forte come nella costituzione americana, il presidente dell’Europa è il cancelliere. Gli Stati membri sono il potere cosiddetto legislativo, il Congresso. Un Congresso piccolo e produttivo, composto dai capi di Stato e di governo degli altri membri della federazione. Che si riuniscono una volta al mese, per un giorno o due. Un parlamentino, detto quindi Summit Periodico. I 26 capi di Stato e di governo si possono assimilare ai due senatori che la costituzione federale Usa garantisce a ogni Stato membro.
Come in tuta la sua storia, l’Unione Europea procede per fatti non dichiarati. Quando si forma un progetto e lo propone, esso viene regolarmente rifiutato, per solito dalla Francia – succedeva con De Gaulle, poi con Mitterrand e Chirac, ora con Sarkozy. L’Ue procede per strappi, o per fatti avvenuti. E così ora per il bilancio unico. Ma a questo punto anche con chiarezza: l’Ue è già una federazione di fatto, in cui il potere esecutivo è tedesco, e gli altri paesi hanno un potere parlamentare – è più esatto che dirlo legislativo: possono discutere i provvedimenti, e qualche volta adattarli, modificarli anche, in parte.
Si dice questa un’asimmetria, non potendola dire un sopruso. E dell’Unione Europea che è sempre stata germanocentrica. E s’intende l’asimmetria una strategia e quasi una colpa tedesca. Mentre l’Europa non poteva e non può che essere germanocentrica. Semmai con regole elaborate e accettate da tutti. È la Francia che ha sempre fatto da ponte e quasi da traino a questo germanocentrismo insindacabile – il famoso asse franco-tedesco. Con De Gaulle e con Mitterrand ben prima e con più autorevolezza che con Sarkozy.

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