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giovedì 23 agosto 2012

Le autonomie locali per i ras locali

Si conferma la deviazione delle autonomie locali in favore degli interessi personali (delle carriere?) di sindaci e assessori. La Cgia di Mestre documenta un aumento del 114 per cento delle tasse locali nei quindi anni della devolution: Ici-Imu, addizionali, bolli, concessioni. In parallelo – la Cgia non lo documenta, ma è nei fatti – con un indebitamento mostruoso, e il ricorso ai derivati per camuffarlo.
È una catastrofe anche per il plebiscitarismo: gli eletti dal popolo, sindaci, governatori, presidenti di provincia, sono lì per sperperare e non per amministrare. Nel non detto, ma a tutti noto che ne fanno le spese ogni giorno, c’è in fatti anche il deterioramento dei servizi.
Più tasse, più debito e meno servizi: è il vero buco nero dell’Italia – lo spread (la mancanza di fiducia) ne è la conseguenza. In una democrazia più tasse, più debito e meno servizi non dovrebbero coesistere, l’elettore le censura. Ma gli eletti si comportano, senza sanzooni, da ras: la catastrofe della devolution e dell’elezione diretta degli amministratori è anche un indice che la consapevolezza democratica è limitata e forse inesistente.

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