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sabato 18 agosto 2012

Provenzano lo sbirro

Quindici anni fa si poteva già capire di non avere capito, se se ne poteva scrivere:
“Riina consegnato (sacrificato) dalla mafia? Lui non l’ammetterà mai, perché lui è il capo dei capi. Ma è personaggio da “traditori di tutti”, è l’ipotesi più probabile. Con essa infatti tutto combacia. 1) Dopo di lui sembra non ci sia più mafia, e invece tutto continua come prima, solo che i suoi sostituti, i suoi giuda?, hanno un mercato garantito. 2) L’uomo era pericoloso per la mafia, col suo disegno di assecondare l’antimafia, Leoluca Orlando e il Pci: assassinio di Lima, assassinio di Falcone, assassinio di Borsellino, stragi a Firenze, Milano e altrove in Italia, patti con Sica, Orlando, Violante. 3) Con Rina sono finiti gli arresti dei capi mafiosi, Provenzano fa figura di imprendibile. È finita anche la collusione mafia-politica. È finita ogni emergenza mafiosa.
“Col comizietto a Reggio Calabria contro «i comunisti» (cioè: «Questi sono i nuovi nemici»), Riina mostra di non avere cambiato. La mafia invece vuole silenzio.
“Non gli hanno fatto fuori la moglie e i figli. Ma la moglie è sorella di Provenzano.
“I siciliani hanno finito per seguire l’esempio dei Mammoliti di Cstellace-Gioia Tauro in Calabria. Che hanno accusato i mafiosi di Rosarno insieme con i socialisti (l’onorevole “antimafia” Frasca), assicurandosi l’impunità e il mercato.
“Riina pensava di fare con le bombe nel continente il pendant di Mani Pulite. Ma la logica moralistica di Mani Pulite aveva bisogno di una vittima eccellente, e quindi si è applicata contro di lui”.

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