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mercoledì 19 settembre 2012

La crisi rilancia il lusso

Nell’intervista a Ezio Mauro su “Repubblica” martedì Marchionne dà due esempi di investimento: un miliardo per la Maserati-Bertone, un marchio che da sei anni non produce niente, e 800 milioni per la Nuova Panda. Che però, dice, è un investimento sbagliato: “Abbiamo la migliore Panda” mai progettata ma i suoi acquirenti sono quelli che non possono più spendere.
Nella crisi, un produttore di auto piccole, la Fiat, punta sulle macchine care. Maserati non preoccupa Marchionne, che non critica l’investimento. L’idea, non tanto vaga, è di bissare il costante successo della Ferrari, che in questi due ultimi anni, di recessione in Italia, di ristagno in Europa, ha registrato vendite e utili record. Lo stesso marchio Fiat ha rapidamente abbandonato la pubblicità della Nuova Panda per puntare sulle vendite della Freemont, nata Chrysler, un Suv infine solido, e caro, e il cabriolet Flavia Lancia.
I segnali sono convergenti dagli altri segmenti del lusso: auto tedesche, gioielli, abbigliamento, accessori, arte, vacanze cinque stelle, e case di vacanze non sono settori in crisi di domanda. Agli italiani che fanno questi acquisti all’estero, per sfuggire al 999, è subentrata una forte domanda estera in Italia.
La lotta all’evasione di Monti-Befera ha colpito solo i deboli. Attraverso la recessione (precarietà, disoccupazione) e direttamente, sul reddito spendibile dopo aver pagato l’imapagabile.

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