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giovedì 24 luglio 2014

Berlusconi vuole morire dem

Democrat no, ma democristiano sì. O viceversa? Insomma, quella cosa lì. I suoi figli hanno già fatto una conversione a u, troppo cara l’opposizione. Lui non può, ma ne è affascinato. Da Renzi, dalla loquela, dalla gioventù, e più dalla strafottenza. Di uomo solo al comando. Di una truppa che recalcitra ma mendica  Che non si sa, perché la scienza politica non l’ha studiata, ma è l’essenza del democristianesimo: una grande truppa dietro uno o due leader.
Adesso non può. Anche se la tentazione gli viene forte di mandare tutti i suoi cialtroni a quel paese. Ma specialmente dopo l’assoluzione per Ruby non sta nella pelle. Già si vede immortalato come padre nobile della nazione. Dai nuovi cacciatori dei suoi voti che, invece di augurarsene la morte, come già Fini e Casini, e probabilmente Alfano, se lo appropriano col semplice riconoscimento.
Già, essere riconosciuto come uomo politico tra i tanti, come un leader rispettabile seppure in bassa fortuna, è per lui un premio. In questo mostrando di essere più uno della truppa, come lo era stato nei suoi primi trent’anni di attività, devoto di Forlani, Mastella e Andreotti insieme. Più a suo agio che nella veste del leader che si è costretto a impersonare con la “discesa in campo”. 

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