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domenica 20 luglio 2014

D.H.Lawrence razzista e classista

“«La porti lontano, al sole», disse il medico”. È l’attacco e il senso della novella più nota, “Sole”, dell’amore panico col sole a Taormina - si vuole il racconto ambientato a Spotorno, ma è sotto il vulcano. Il “panismo” semplificato, e anche  la mésalliance, il corpo incerto della signora che la virilità del contadino irrora – è la prova generale, più cruda, di “Lady Chatterley”, la cui prima  versione risale allo stesso anno, 1926
Cinque racconti brevi in cui D. H. Lawrence tenta di sdoganare il linguaggio crudo del sesso, diretto. E più da un punto di vista femminile. Ma curiosamente post-femminista, per non dire anti: è come se avesse già esplorato l’altra metà del cielo e si trincerasse a difesa. Del maschio, sebbene, o perché, ingrigito e incapace. Perplesso, ma anche ironicamente aggressivo.
“Sole” conferma anche, più di “Lady Chatterley”, il lato romanticamente classista e razzista dello scrittore. Che si sentiva libero in Italia, ma da puritano, sprezzante nel fondo del cuore. La sua topografia sentimentale è – in “Sole” più brutale - sempre la stessa: l’anima vaga in cerca di amore è femminile, alto borghese e anglosassone, il maschio è muto, bruto, working class e italiano.   
D.H. Lawrence, Biglietti, prego, Passigli remainders, pp. 125 € 3,75

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