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venerdì 1 agosto 2014

Fisco, appalti, abusi (55)

Rossella Orlandi, che dirige l’Agenzia delle Entrate, lamenta di aver passato “un intero pomeriggio per capire come dovevo pagare l’Imu”. E non ha pagato la Tasi.

Ma non c’è solo l’Agenzia delle Entrate. Le banche, che hanno voluto il monopolio dei pagamenti al fisco, introducono sempre nell’F 24 uno o due codici che nessuno sa cosa siano e niente spiega. Perché essere inefficienti invece che efficienti?

L’Acea, azienda disastrata anche amministrativamente, manda bollette anche se non si è clienti. All’ennesima bolletta, si pensa di dover segnalare il caso all’Autorità per l’Energia. L’Autorità per l’Energia risponde che, in ottemperanza alle leggi X e Y, regolamenti A e C, decreti presidenziali, etc., non può assumere il caso prima che l’Acea non abbia risposto alla contestazione. Il tutto con un lettera lunga due fitte pagine, a spazio 1. Il lavoro di una persona, più il capo reparto, e il capo ufficio. Di un solo giorno?

L’Acea non risponde, e quindi il caso non si tratta: l’Acea può continuare a  mandare le sue bollette. Forse non paga il francobollo.

E il tempo perso sulle false fatture Acea? E le energie nervose? E le attese alle Poste per fare la raccomandata? E i 5 euro di raccomandata? Più le tante fotocopie di “necessaria” documentazione? Questo è il mercato libero. Questa è la parte nobile dell’Italia, quella privata. Di cui le pubbliche Autorità restano in attesa.

Caprotti (Esselunga) fa vedere a Dino Messina, “Corriere della sera”, una multa da 6.000 euro, per “incompleta tracciabilità di una partita di acciughe”. Benché “l’origine sia provata”, e sia italiana come dichiarato, occorre che il prodotto sia stato comprato sul peschereccio, èl a motivazione, senza intermediari.

La lotta all’evasione è la vecchia lotta al capitale? “Tutte queste norme, e le tasse che arrivano al 60 per cento, ci soffocano”, lamenta lo stesso Caprotti con Messina. Con un’aggravante: “Così nasce la delocalizzazione. Squinzi di Confindustria è fuori con l’80 per cento, Bombassei con il 90, Pirelli con il 94. La famiglia Fontana, grandi produttori di bulloni, hanno 22 stabilimenti sparsi per il mondo e uno a Veduggio, tanto per dire di essere brianzoli”.

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