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mercoledì 17 dicembre 2014

Ombre - 248

Al disastro annunciato
L’indignato grillino
Sdegnato prende
Commiato e spicciolato
Uno alla volta a settimana
Al seno s’attacca
Turgido renziano

Il giorno dopo l’annuncio della candidatura di Roma all’Olimpiade del 2014, il “Guardian” e il “Daily Telegraph”, giornali inglesi, dicono che non si può, che a Roma c’è la mafia. Si sdegnano i giornali romani. Ma non è vero? Se lo dice Pignatone.

Cuffaro, l’ex presidente della Sicilia, prossimo a fine pena, non ha avuto dalla giudice Tomassini il permesso di visitare la madre, perché la vecchia madre è arteriosclerotica, e perché “ha avuto modo di incontrare la madre in occasione della fruizione del permesso a lui concesso il 2 gennaio 2013 per partecipare ai funerali del padre Raffaele deceduto il 31 dicembre 2012”. Il permesso ora negato era stato richiesto a marzo 2014. Che altro farà questa giudice tutto il giorno?

La dottoressa Tomassini è giudice di sorveglianza sulle carceri presso il Tribunale di Roma. In questa qualità si ritiene impegnata, scrive in un saggio, “nel garantire condizioni umane di detenzione e nella disposizione di forme alternative alla reclusione”.

Il permesso a Cuffaro “per partecipare ai funerali del padre Raffaele deceduto il 31 dicembre 2012” era stato dato in ritardo, a funerale fatto. Ma di che si occupano i giudici?

Il giudice Esposito il Csm assolve, dopo una irrituale autodifesa, di questo tenore: “Non avevo alcun motivo di farmi pubblicità attraverso un giornale a bassa tiratura (“Il Mattino”. N.d.r.), quando il mio nome era apparso su tutti i giornali italiani e stranieri e io avevo rifiutato di dare un’intervista alla Cnn”. Di elevata levatura morale.

Ora il Csm è chiamato a un altro sforzo: assolvere il giudice Esposito figlio. Che a Milano viveva scrocco, in qualità di Procuratore della Repubblica.

L’arbitro Banti ha strafavorito  la Roma nella partita col Genoa, chiunque ha potuto vederlo. Anzi, ha “fatto” la partita, letteralmente.  Ma i commenti delle radio romaniste sono, per ore e giorni, contro il Genoa, il suo presidente, i suoi giocatori. Mafia Capitale?

Questo arbitro Banti è uno che “fa” le partite: le decide lui. E si sa anche che tifa per qualche squadra e contro qualche altra. Come già Colina, che stravedeva per il Milan e giocava a far perdere  la Juventus. Scopertamente Per questo era detto il miglior arbitro italiano.
Il senso mediatico della giustizia è questo, del pregiudizio: il giornalista è una brutta bestia.

Sono almeno una mezza dozzina le radio romaniste a Roma. Attive a ogni ora. Intrusive su tutte le radio nazionali, quindi dotate di una certa potenza. È tutta manna dal cielo?

Analogamente, si è chiacchierato in queste radio per quattro o cinque giorni ininterrottamente a favore dell’arbitro Irrati, che col Sassuolo ha imposto il pareggio in favore della Roma. Questa può essere passione, ma uno si dice: e se il fatto fosse stato penalmente rilevante? Uno scippo, un abuso, uno spintone, doppio? Non si vive tranquilli a Roma.

Sono 3.600 gli emigranti morti tra Libia e Sicilia quest’anno. Almeno 3.600, quanti ne conteggia l’Onu. E non gliene frega nulla a nessuno. Soprattutto in Europa. Questo è quasi più spaventoso delle morti stesse.

Degli onesti a difesa
E della pace sociale
Risonanza in piazza
Si cerca nella violenza,
Non costa nulla,
Solo l’idiozia.


Nainngolan inalbera in campo per il Manchester City una superba cresta punk, ossigenata, scolpita, oltre ai consueti tatuaggi ovunque. Dopo la sconfitta, alla “Domenica Sportiva”, la chioma presenta sbiadita, afflosciata. Nessuno gli chiede perché..
Il calciatore gioca per il mercato, per farsi vedere in Inghilterra, non si sa mai. Il giornalismo sportivo è il più vieto, parla solo per formule.


C’è sempre molto ossequio verso Standard and Poor’s. Ma solo sui media italiani, nei mercati meno, molto meno. Anche se non ha mezzi né intelligenze migliori di una buona redazione economica, del “Sole 24 Ore”, per dire, o di “Repubblica”, o del “Corriere della sera”, direttore compreso. 

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