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venerdì 30 gennaio 2015

Ombre - 253

“Quirinale: Napolitano vota accompagnato dagli applausi”. Ma non c’è nessun Mattarella allo scrutinio. Anche Napolitano vota scheda bianca?
O non avrà votato Emma Bonino?

Al mare, al caffè, in sala d’attesa dal dottore, anche sulla metro, nei rari momenti in cui non è piena, s’incontra solo gente che legge “Il Fatto quotidiano”. Che però dichiara una diffusione di 30-40 mila lettori. “Il Fatto” è una giornale che si legge in pubblico? O i suoi lettori li incontro tutti io? E votano Magalli al Quirinale.

Banner ad in apertura di Repubblica.it: “Vola con Emirates in business class a partire da € 1.774”. Il pubblico di “Repubblica” è un altro mondo? Beh, c’è anche l’economy, “a partire da € 446”.

“38 ispettori da Bruxelles per verificare i conti italiani”. La gita a Roma piace sempre, anche ai burocrati come ai sindacati. Del resto è tutta spesata.

Si moltiplicano gli Anni Giudiziari a Roma, ogni presidente vuole il suo. Che i penalisti quest’anno disertano, definendoli “riti vuoti” – in effetti di tipo e animus fascisti. E affermano che i problemi non sono quelli che i presidenti snocciolano ogni anno. Cosa che tutti sanno.

Sfilano gli ermellini per l’apertura dell’anno giudiziario, la prima di una serie, e mezzo quartiere Prati a Roma è off limits: auto rimosse, divieti di fermata, squadroni di Polizia a ogni angolo. Peggio di un G 7.

Il presidente di Milano Canzio ruba la scena a Palermo, assolvendo con onore Giorgio Napolitano da ogni sospetto. Poi dice che la mafia domina Milano.
Ma il presidente Canzio conosce Milano?

Non c’è inaugurazione di anno giudiziario in cui non si attacchi con ferocia Renzi, segretario del partito Democratico, e il suo governo. I presidenti delle inaugurazioni sono tutti fascisti? No, hanno paura che Renzi gli metta il massimale alle retribuzioni. Magari il tetto dei 220 mila euro che ha imposto agli altri dirigenti pubblici.

Nessuno dei fortunati autori della “casta” ha mai messo in discussione le retribuzioni dei giudici. Dai 680 mila euro del presidente della Consulta – tre volte l’appannaggio del presidente della Repubblica - in giù. Più tutti i benefits: alloggi di servizio, con servitù, “collaboratori” (attendenti), autisti, auto blu, telefoni etc. Sono quelli della “casta” figli e nipoti di giudici? Ne hanno paura? Ne sono complici.

Un anno e mezzo di appalti al Comune di Roma, da quando c’è Marino, senza gara d’appalto. Ma non s’è saputo. Si vede che a un certo punto le intercettazioni si sono inceppate.

È argomento dell’Uaar, Unione Atei e degli Agnostici Razionalisti, ma è vero che il terzo settore è opaco, opacissimo. Nessun dato delle entrate e delle uscite, né online né nei bilanci depositati. Il “volontariato” lavora con gli enti pubblici – ne spende i soldi, miliardi, in convenzione o appalto – ma senza darne conto.

L’inchiesta Mafia Capitale, che riguarda il terzo settore a  Roma, è stata deviata su Carminati e Buzzi, perché ex carcerati. Tutti contenti, Pignatone e Prestipino in testa che hanno avviato il comodo filone della mafia romana, perché così non si parla del volontariato. Di cui Buzzi era un protagonista.
Buzzi era il referente della Lega delle Cooperative a Roma, il più efficiente.

Mafia, certo. Un’inchiesta sulla corruzione spicciola a Roma tutta Pd, peraltro benefica poiché mirata a far lavorare carcerati, tossici e altri che altrimenti non potrebbero, la Procura di Roma ha trasformato in un serie di “avvertimenti” ad Alemanno.  Cioè alla destra. Con coro quotidiano unanime.

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