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sabato 16 maggio 2015

Il Sud sotto jettatura

Il Sud incatenato ai resti, a persistenze inerti. Già all’epoca, 1958. Una lettura divertente, non fosse per la seriosità cui l’illustre storico delle religioni ambisce – Umberto Galimberti nella presentazione a questa Universale Feltrinelli ne fa il depositario della “essenza della funzione del magico”, più e meglio di Mauss e Lévy-Bruhl. Un ricerca sulla fascinazione nella “magia lucana”, svolta tra 1950 e il 1957, in molti paesi dell’area apulo-lucana, corredata dalle foto molto “creative” di Ando Gilardi, André Martin e Franco Pinna. E una dissertazione sulla jettatura a Napoli. Prodrome dello studio più famoso, sul tarantismo a Galatina di Lecce, qui anticipato in appendce. Nel quadro della “non storia del Sud” – nel mentre che Pontieri, Placanica, Rosario Villari, Galasso la rinnovavano. Tutte cose remote, un po’ assurde anche per l’epoca.
De Martino ne ha il sospetto, che nell’introduzione dice il confine labile tra “magia” e “razionalità”. E del “materiale relativo alla «magia lucana»”: “In generale il folklore religioso come coacervo di relitti disgregati che l’analisi etnografica astrae dal plesso vivente di una determinata società non è, nel suo isolamento, storicizzabile” – nell’isolamento cioè in cui la mette lo studioso. Ma la fascinazione non traccia negli stati psichici – il “malo vento” della “magia lucana”- che sono il suo luogo, anche morbosi. Privilegiando invece come modi interpretativi l’esorcismo, la religione (diavoleria), la superstizione, e come luogo fisico il Sud. Mentre il formulario della fascinazione che censisce non ha nulla di esoterico o cabbalistico: sono filastrocche, in italiano dialettizzato, quindi recenziori e imitative. La jettatura nobilita con scritti “curiosi” tardosettecenteschi – che Dumas si approprierà nel “Corricolo”, il romando napoletano del 1840 – dicendoli di elevata qualità illuministica, insomma filosofica. Tali da comportare “la trasformazione della fascinazione”, dapprima a Napoli, e poi “da Napoli nel resto d’Europa”. Dove?
Per la “non storia” De Martino si appoggia a Croce. Che la storia del regno di Napoli diceva “ingrata”, ma è uno che si è divertito a rifarla in molteplici aspetti, compresi i teatri.
Un reliquato, dei tempi delle magnifiche sorti e progressive – di buona volontà?
Ernesto De Martino, Sud e magia, Feltrinelli, pp. 205 € 8

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