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domenica 20 dicembre 2015

Milano, il “Corriere”, Renzi e Visco

Perché il Corriere della sera” attacca la Banca d’Italia sulla questione Etruria? È questo in filigrana il senso del “Qualcuno pagherà”, l’autodifesa oggi del presidente della Banca d’Italia Visco, affidata a “Repubblica”.
A lungo Milano ha attaccato la Banca d’Italia. Ma si pensava acqua passata, con la conclusione degli accorpamenti bancari – le banche milanesi volevano avere mano libera, la Banca d’Italia voleva regolamentare  le acquisizioni. È stata anche una campagna personale di Bazoli, contro l’ex  governatore Fazio. Ma Bazoli ora non conta più nel “Corriere della sera”. Oppure sì – quanto conta Elkann, che ci mette i soldi?
Forse è indigesto il decreto sulle Popolari, grande strumento del sottogoverno ambrosiano. Voluto da Visco per chiudere la tante zone dombra delle gestioni e portare un po più di trasparenza.
O si può pensare a un regolamento dei conti ancora interminato tra vecchi e nuovi “popolari”, gli ex Dc. Fazio, vecchio popolare sturziano, che non s’immischiava di politica, fu fatto fuori da Bazoli, popolare aggressivo, dossettiano, fanfaniano. L’analogo si riproduce ora con Renzi, aggressivissimo e anzi monopolista, di cui il giornale milanese è portavoce? Questo è più probabile.
La misura dello scontro è data dal Procuratore di Arezzo Rossi, amico e consulente dei Boschi e di Renzi. Che continua a inquisire gli organi di controllo, la Consob e la Banca d’Italia, invece che il consiglio d’amministrazione di Etruria e i suoi referenti politici. E oggi fornisce documenti riservati, spaiati, contro Consob e Banca d’Italia, allo stesso giornale che intervista Visco. 

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