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lunedì 3 ottobre 2016

L’antichità qui e ora

Quello che sapete – gli “ultimi giorni di Pompei” - preparato e vissuto ai margini. Con tutto il necessario, Plinio il Vecchio, gli imperatori Flavi, la flotta imperiale, un’avanzatissima idrologia, il Vesuvio, i segni premonitori, e ancora di più, la moderna vulcanologia, i sintomi, le analisi. Ma visti di sguincio, attraverso l’aquarius  dell’Acquedotto Augusteo da Capo Miseno a Pozzuoli, apice a Benevento, che solo si occupa di riparare l'acquedotto, infiltrato e interrotto dal magma ancora sotterraneo. Il climax dell'anticlimax.
Un best-seller (intrighi, amori, catastrofi) in forma di anti-bestseller (ananke, storia, mediocrità). Una sfida forse, come se Harris fosse insoddisfatto della sua stessa bravura,  o un divertimento, ma anche per il lettore. E poi, i pompeiani, non erano simpatici, che solo pensavano al soldo. O i numinosi Campi Flegrei, che una razza di galeotti già allora popolava, progenie di assermentati alle galere imperiali, venticinque anni ai remi per ottenere la cittadinanza romana. Un’antichità vivente.
Robert Harris, Pompei, Oscar, pp. 297 € 10,50


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