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giovedì 5 ottobre 2017

Appalti, fisco, abusi (110)

La bolletta Eni Luce e Gas è lunga otto pagine, a corpo minuscolo, piena di dettagli oscuri, avventurandosi a legerla. Tamti dettagli per camuffare il fatto, l’aumento del kWh e del mc? Uno sptco enorme di elaborazione dati, da parte di una società che soprattutto vuole imporvi la boletta digitale e l’addebito automatico sul conto corrente. A prova ricorso.
Sono bollette importate dall’Amerca, dove la prassi avvocatesca di avvolgere di decine e centinaia di pagine il fatto semplice domina il mercato. Traslato in Italia da un’azienda pubblica.

Si paga nella bolletta luce l’affitto del contatore. In quella del gas no. Potenza delelvecchie società elettriche?

Il contatore luce è elettronico, per consentire alla aziende fornitrici la lettura a distanza in automatico dei consumi. Cosa che le utilities non fanno, se nn annualmente – qualcuna semestralmente. Procedono per consumi a cacolo, naturalmente in eccesso. Di cui c’è solo da fidarsi, del calcolo e dei conguagli.

Le bollette di luce e gas evidenziano il costo materia prima. Che si è dimezzato da quattro o cinque anni. Ma gli utenti continuano a pagare il petrolio (e il gas equivalente) come prima, col picco delle quotazioni a 100 dollari al barile.

I contributi e  benefici fiscali ricossciuti dal 2004 alle aziende che risparmiano nei consumi di energia vengono addebitati in bolletta alle utenze domestiche – Luca Iezzi, “la Repubblica”, 1 ottobre. “L’ultimo conto segna un miliardo 382 miliardi per l’anno 2016 (somma in via di riscossione sle blette del 21017), quasi il doppio dell’anno prima (726 milioni), e per il futuro la corsa rischia di farsi esponenziale”.
Questi contrbuti e benefici vengono addebitati sotto la voce oscura “oneri di sistema”, che per molte bollette sono la voce prncipale.

“Verificando periodicamente il contatore dell’acqua”, consiglia il presidente dell’Unione Consumatori, Dona, “potrete accorgervi di eventuali perdite occulte”. Ma i contatori dei condomini, il 95 perc cento del totale, sono fatti per non essere leggibili, se non a opera di società specializzate. Le quali non possono rilevare le “perdite occulte”.

Acea a Roma prospera sulle “perdite occulte”: fattura un consumo pro capite di acqua potabile di 245 litri al giorno, una cifra ridicolmente eccessiva per una città al 90 e più per cento urbanizzata. Senza terreni agricoli, cioè, e con una minuscola quota di giadini privati, che peraltro per dieci mesi l’anno non si annaffiano – Roma ha molti parchi ma non li annaffia. 

Nell’estate rovente dell’acqua razionata Acea ha trovato ilmodo di aumentare la tariffa del 5,5 per cento. 

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