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lunedì 23 ottobre 2017

Berlino capitale dell’occulto

Una storia inverosimile vera. Di un mago ebreo, vero nome Herschmann Chaim Steinscheneider, occultista, telepata, rabdomante, grafologo, chiaroveggente, con studio milionario, giornalista, editore, che rianima Hitler, nelle sconfitte e il dissesto finanziario del partito nazista nel 1932. Ne preannuncia il trionfo, prevede nei dettagli l’incendio del Reichstag, e un mese dopo è ucciso dalla Gestapo con le SA. Volentieri imbroglione, forse anche ricattatore, o testimone scomodo – un ebreo alla corte di Hitler.
Un personaggio di cui si è fantasticato – era uno che volentieri inventava. Werner Herzog ne ha fatto il film nel 2001, “Invincibile”, il mago raccontando insieme con un altro protagonista del varietà dell’epoca, l’uomo forzuto Siegmund Breitbart. Ma di lui molto si sa di vero, e significativo. Un altro refoulé come Hitler. Piccolo austriaco di provincia, mezzo bastardo, poco amato. Giovane di molte ambizioni senza mestiere. Caporale in guerra, Hitler sul fronte occidentale, Hanussen su quello orientale, esperienze non gloriose. Fantasioso e intrigante. “Riteneva di essere un impostre, e come un impostore agiva, ma era invece un vero chiaroveggente e possedeva un sessto senso”, è la conclusione del suo perplesso biografo: non previde la propria fine, “ed è stato dimostrato che utilizzò metodi di predizione fraudolenti”, ma “in centinaia di occasioni” seppe ricostruire il passato e predire il futuro “di perfetti sconosciuti”. Di suo è sempre in commercio un “Manuale di lettura del pensiero”.
Una vita che è uno squarcio di un altro mondo, che si fatica a ricostruire. Specie all’ultimo, in una Berlino che viveva spensierata malgrado la fame e le violenze politiche. Hanussen vi fu denunciato come ebreo – aveva assunto una falsa identità danese – nel corso del 1932 con insistenza dai giornali del partito Comunista. E da altri ebrei - un caso di Selbsthass, l’odio-di-sé ebraico allora diffuso. Protetto dalle SA, nel mirino di Goebbels. Lusingato ma anche infastidito di sovvenire a un Hitler non ancora cittadino Tedesco, cupo, chiuso nel suo albergo a Berlino. Aveva un mezzo progetto di emigrare in America, con le sue fortune, ma non ci riuscì.
Diffidato dal risiedere in Austria per almeno dieci anni dopo la guerra, il guitto Steinschneider si era dato un’alra identità e aveva prosperato in Germania – con incursioni nel Dodecaneso italiano, in Turchia, e nell’Europa centro-orientale. Chiaroveggente con studio rinomato a Berlino nel 1932, vi  ebbe lienti Thomas Mann, Alfred Döblin,  Peter Lorre, fu portato al teatro con “Il chiaroveggente”, commedia di successo del drammaturgo espressionista Georg Kaiser, possedeva un parco macchine di lusso, uno yacht da trenta metri e un palazzo restaurato, di cui celebrò la riapertura poco prima della morte come Palazzo dell’Occulto, con un ricevimento che monopolizzò le cronache mondane.
Si era fatto battezzare, in occasione dell’ultimo dei tanti matrimoni, ed ebbe sepoltura cattolica. Sua figlia Erika sposerà un barone italiano, del ramo napoletano della famiglia Winspeare, e sarà attrice, anche in tv, con piccoli ruoli al cinema accanto a Gina Lollobrigida e John Wayne.  
Mel Gordon, Il mago di Hitler, Oscar, remainders, pp. 318, il. € 4,90

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