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giovedì 16 novembre 2017

Notturno Tabucchi

Un omaggio aTabucchi. Tra affetto e apprezzamento. Col libro-intervista di Carlos Gumpert, il suo traduttore spagnolo. Con quattro buonissimi saggi, molto circostanziati: di Luciana Stegagno Picchio sul “Piccolo naviglio”, a lei dedicato, di Remo Bodei sulle “vite parallele” dello scrittore, di Remo Ceserani su “Il filo dell’orizzonte” e di Bruno Ferrero sui romanzi portoghesi.  E con alcune affettuose testimonianze, di Davide Benati, Carlo e Inge Feltrinelli, Jorge Herralde. 
La conversazione con Gumpert, pure troppo distesa, ne mette in chiaro molti aspetti. Dal debutto come scrittore, casuale, per l’amicizia con Enrico Filippini. Alla scrittura economica. E “metafisica”, ma allora al modo di De Chirico, dei vuoti animati nella staticità (monumentalità) – “un’enorme ansia di Semplificazione”. A un complesso ritornante di indaguatezza: “La noia è una sensazione che provo molto spesso”. Con “una visione un po’ ossessiva della realtà”.
Un omaggio più intelligente che commovente, come inevitabilmente è per la morte intervenuta di Tabucchi. Dacia Maraini, nella dedica amichevole che introduce il volume, ne traccia in poche righe il ritratto più veritiero a distanza. Nele parole chiave “nascondersi” e “notte, notturno”.

Claudio Cattaruzza (a cura di), Dedica a Antonio Tabucchi, Associazione per la Prosa, Pordenone, pp. 237, ill. € 10,33

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