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sabato 18 agosto 2018

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (372)

Giuseppe Leuzzi


Pubblicità sulle guide alle Regioni di “la Repubblica”: “Tutto il sapore della Sicilia anche lontani da casa. Consegniamo in tutta Italia, penisola compresa”.
Affascinante. Anche perché non è voluto, non è un gioco da script-writer pubblicitario, di parole.
Ma allora la vera Italia è la Sicilia?

Le prefetture dichiarano i Comuni mafiosi. E li affidano per diciotto mesi a commissari prefettizi. Funzionari che così addoppiano lo stipendio. Un controsenso, e un conflitto d’interessi molto mafioso. Anche perché i funzionari prefettizi non sanno e non vogliono amministrare. – non  vogliono “responsabilità”.

Governare attraverso le Prefetture? Che sono incapaci. Compresa la Protezione Civile, che si limita a mandare allarmi indistinti, fra la pioggerellina di marzo e la bomba d’acqua. E  comunque non gliene frega nulla – la vostra pratica è sempre incompleta, solo gli amici la completano, e gli amici degli amici, e questo è tutto. Sarà qui la causa dello sprofondo Sud, che si governa con le Prefetture.

Quando i Cutolo e i Riina attaccano il potere, beccano sempre. Non è vero che la mafia è invincibile, il potere sa essere inflessibile. È diverso quando si accontentano di tenere sotto scacco gli onesti lavoratori e i non violenti.
La mafia è anzitutto un problema di giustizia, sociale.

Il governo del Sud
Il Sud li ha plebiscitati, Lega e 5 Stelle, e loro hanno composto un governo del Sud: Conte, Di Maio, e Salvini - il capo della Lega è senatore della Calabria. Ma non una legge, non un programma o almeno un progetto, nemmeno un’idea, un’ideuzza tanto per tenere banco in tv, un contributo, un ponte, hanno in calendario per il Sud. Nemmeno nel famoso libro delle intenzioni, chiamato accordo di programma, o programma di accordo. E niente dopo, non ci pensano nemmeno. Hanno vinto le elezioni col voto del Sud e lo disprezzano - cosa può attendersi del resto un calabrese dal napoletano Di Maio?
Due dei tre, Di Maio e Salvini, ma anche Conte nel suo piccolo, parlano facondi, la facondia del Sud non gli manca. Ma allora anche l’inconcludenza. In questo sono veramente meridionali. 

Sudismi/sadismi
Si fanno le cronache dalle spiagge, come è l’uso nei mesi estivi. In tre giorni, tra giovedì e sabato uu.ss., il “Corriere della sera inneggia al boom di Milano, pulizia, movida, turisti. E bellezza, i ptrati spelacchiati del Ticino sono belli. A Capri dedica due pagine: “Manager violentata nella suite – stupro in un hotel a cinque stelle”, di una donna francese da parte del suo ospite, e un servizio “Il lento declino dell’isola scintillante – I tropi visitatori e le soluzioni inadeguate”. A Roma l’ennesimo titolo “L’estate cafona dei turisti”. Autori, è vero, le firme locali delle cronache locali del quotidiano milanese, Napoli e Roma, Marco Demarco, Paolo Conti, Claudia Catuogono. Sotto la direzione di Luciano Fontana, di Frosinone.
Il Sud è proprio brutto, O il Nord?
Le Tremiti si salvano perché conservano “lo spirito di Dalla”. E ci si sta “come in una riunione di famiglia «benedetta» da padre Hakim, di Aleppo”. Mentre “Luxuria indaga sui femminielli confinati”.

Calabria
“Antropologicamente un calabrese e un arabo non li distingui”, è uno dei detti che immortaleranno D'Alema. Ma anche lui, però....


Matteo e Salvatore Aloe, ventenni, calabresi, hanno dieci anni fa l’idea di standardizzare la pizza, solo dieci specialità, condirla con ingredienti di stagione, annaffiarla con vini biodinamici e birre biologiche. Ora le pizzerie “Berberé” dei fratelli Aloe sono otto in Italia e due a Londra. Partendo da Castelmaggiore, Bologna, dove erano emigrati e hanno avuto l’idea. Sarà la Calabria che fa male ai calabresi.

Il Comune di Scilla è commissariato per mafia da marzo. Non per mafia, per la bis o triscuginanza che “condiziona” l’attività amministrativa. È un posto ameno d’estate, ma c’è immondizia dappertutto, in quantità sterminate. Ci sono macchine  dappertutto, anche in doppia fila sula Statale: difficile muoversi, anche a piedi. Non ci sono più feste, neanche per il patrono san Rocco l’altro ieri, né svaghi serali. E questa è la faccia della legalità.

Si moltiplicano le denunce penali contro i provvedimenti amministrativi di scioglimento delle giunte comunali, per mafia o per dissesto. A Bagnara, a Palmi, a Siderno, centri consistenti del reggino calabrese. Ma come non detto, le prefetture marciano contro ogni criterio di opportunità e perfino legale.


Una diga sul torrente Menta, sul lato Sud dell’Aspromonte, in costruzione da una quarantina d’anni, è stata inaugurata almeno tre volte, dal presidente attuale Oliverio (Pd) nel 2016, dal suo predecessore Scopelliti (An-Forza Italia), e già da Agazio Loiero, al tempo dell’Ulivo. Quindi da una ventina d’anni. Ma l’acqua non è mai arrivata a Reggio Calabria. Con una politica di questo genere si capisce il sottosviluppo, e anche il dissesto.

Sciopero al porto di Gioia Tauro. Sciopero pesante, tre giorni. Il porto lavora poco, Msc, la società gestionaria, non intercetta più traffico. Sciopero riuscitissimo, “oltre il 70 per cento”, con l’operatività dello scalo quasi azzerata. Si scioperava il 14, 15 e 16 di agosto, i  tre giorni di festa,  con possibilità di vacanza-ponte di nove giorni prendendone due di ferie.

A Eranova, sobborgo di Gioia Tauro confinante con San Ferdinando, il luogo della tendopoli africana, il palasport in uso ai 250 ragazzi dell’area, per il basket e altre attività sportive, è depredato di notte delle luci: dieci plafoniere\lampade  sono state svitati o  strappate via, con 18 interruttori. Per un danno di circa 500 euro, e un valore di alcune  decine di euro. E non si può incolpare la tendopoli, gli immigrati non c’entrano.

Il vicino, tornato per Ferragosto, passa due giorni sotto il solleone a tagliare erbacce e rastrellare la spazzatura che si è accumulata nel giardinetto dietro casa. Ma poi le erbacce, e i cumuli di spazzatura, plastiche, bottiglie eccetera, non raccoglie, separati, da conferire alla raccolta differenziata, che qui funziona. Li spinge sulla scarpata.
È emigrato a Milano. Sempre Milano, come diceva Malaparte, butta la spazzatura di sotto.

Aperto dopo Pasqua, dopo complessa ristrutturazione, il palazzo Nieddu Del Rio Museo Nazionale di Locri, era chiuso per i ponti Liberazione-Primo Maggio, e tiene chiuso la settimana di Ferragosto, quando la popolazione si raddoppia, per il ritorno degli esondati e qualche turista. Mezzo chiuso: lunedì e martedì sono giorni di chiusura normali, mercoledì di Ferragosto è festa dell’Assunzione, giovedì è festa nazionale, venerdì apre solo la mattina.
Locri è il primo sito storico della Magna Grecia. Si capisce che molto tempo è passato da allora.

La Regione  Calabria vara un piano di promozione turistica da dieci milioni. È un record – la Calabria ne ha qualcuno. Ma non è il primo: ogni pochi anni, a ogni consiliatura regionale, la Regione Calabria vara un piano milionario di promozione turistica. A nessun effetto pratico, giusto la divulgazione di qualche foto. Dei Bronzi in genere, della marina  di Roseto Capo Spulico, e di un pino loricato silano.

La “Gazzetta del Sud” getta l’allarme ‘ndrangheta in chiave culinaria: “Sulle tavole i prodotti dop delle ‘ndrine”. Grande titolo, grandi foto, grandi dichiarazioni del solito Gratteri. Si tratta, pare, lo dice un pentito, che un caseificio di Casal di Principe abbia fornito le mozzarelle a “diversi ristoratori di Lamezia”, tra il 1999 e il 2000. 

Non amava la Calabria Corrado Alvaro. Che ci visse peraltro poco, fu presto in collegio lontano, e poi subito militare, a diciotto anni, e scrittore metropolitano. Non ci viaggiava, se non per rare necessità familiari, e a dispetto, non intratteneva rapporti, non la studiava. Ne scriveva, ma come di un luogo della memoria, senza tempo. Se non quello, mitizzato, della violenza. O immaginario degli affetti: accoglieva complice i compaesani che gli si imponevano a Roma, e non solo, si avverte, per obbedienza (memoria) familiare. Un luogo non luogo era per lui, in altro senso da quello sociologico odierno: un luogo immaginario, il luogo del padre. 

leuzzi@antiit.eu

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