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venerdì 17 agosto 2018

Il Sud sempre più povero sotto il tallone tedesco


Non ci voleva molto per capirlo, ma Del Monaco è uno dei pochi, se non il solo, ad averlo detto un anno prima – il libro è uscito a ottobre del 2017. Denuncia l’afasia, se non l’inesistenza, del Pd e la crescita di Salvini, ancora Lega Nord (il cambiamento di etichetta è avvenuto nell’estate del 2017), “l’unica forza politica che battaglia contro l’austerità della Ue”.
Il volume è talmente impertinente che è impossibile riassumerlo. La sinistra imbelle è il primo tema, serva sciocca del capitale più cinico e meno previdente, distruttivo e non costruttivo. Poi l’Europa tedesca; un rosario sgradevole, ma preciso e documentato, di una serie di regolamentazioni europee capestro per alcuni paesi, prima l’Italia (Marcello Minenna ne fa la sintesi tecnica in poche pagine di introduzione). Quindi gli investimenti impossibili, o comunque sempre rinviati, da dieci anni, al Sud. La sinistra politica e il lavoro è l’esordio, sorprendente per una ricerca pubblicata da Ediesse, l’editrice della Cgil.
“ L’austerità è una combinazione di interessi particolari interagenti con l’ideologia neoliberista”, il cui effetto è la “colonizzazione tedesca del Sud Europa”. Alla definizione Del Monaco fa seguire un esempio che prende da Stiglitz, il Nobel per l’Economia: “Uno degli elementi dell’austerità della troika in Grecia è stato l’enorme problema del sistema sanitario pubblico, degli ospedali, grave al punto che le cure (i medicinali) non erano più accessibili, creando una situazione da Terzo mondo all’interno dell’Unione europea. Conseguenza di ciò è il fatto che diecimila medici, non vorrei sbagliarmi sul numero esatto, si sono trasferiti in Germania, e quindi la sanità tedesca è migliorata mentre quella tedesca è peggiorata”.    
Il Sud è”colonia tedesca” nel senso che è assoggettato alle politiche tedesche, benché infauste, e riconosciute per tali. Del Monaco si avvale di una introduzione di Marcello Minenna, già autore di un “La Moneta imcompiuta”, a proposito dell’euro (a sua volta prefato con abbondanza di dati da Romano Prodi), che ne traccia e quantifica le coordinate.  Il Sud è il Sud Europa, ma anche, di più, il Sud Italia. Sfiancato da venticinque anni ormai, dai primi vincoli euro nel 1992, d’investimenti pubblici zero, per infrastrutture, formazione e altro – le poche risorse spendibili vanno al Centro-Nord.
Una ricostruzione puntigliosa dei fatti-misfatti della Commissione Ue e dell’Ecofin. Quando si farà la storia di questa crisi, verità semplici emergeranno chiare, che oggi non si sa perché non si dicono – la storia è già scritta. Si prenda la crisi greca, esito non del bluff dei governi di Atene sui conti pubblici ma del  vendor financing: “La Germania”, spiega Romano Prodi qui citato, “ha implementato quella che in economia è nota come strategia di vendor financing. Fino al 2011 il sistema bancario tedesco aveva elargito enormi quantità di credito alle economie dei paesi periferici”, per comprare merci tedesche – “In parallelo”, continua Prodi, a proposito delle “straordinarie dimensioni del saldo netto positivo della Germania nella bilancia commerciale, export-import, “I paesi periferici avevano usato una considerevole parte dei finanziamenti  ricevuti per importare  i beni prodotti dalla manifattura tedesca”. Questo si chiama mercantilismo, ed è il contrario, odioso, della politica comunitaria. O la crisi italiana del debito, pagata a caro prezzo, almeno 60 miliardi, e non risolta. Per il Fiscal Compact, introdotto quasi di nascosto. O la famosa, ma non tanto evidentemente, licenza che si presero Francia e Germania nel 2003 e nel 2004, complice il governo Berlusconi, di sforare, allegramente e non di zero virgola, gli obblighi europei di bilancio. Spendettero e s’indebitarono come vollero, e quando la Commissione Ue di Prodi e Monti di necessità li mandò a processo per multarle, l’Ecofin, il consiglio dei ministri finanziari bloccò il procedimento, grazie alla complicità di Berlusconi e Tremonti.
Ogni atto o detto Ue in questi ultimi dieci anni, dalla crisi bancaria del 2007, è artefatto, quando non è una vera e propria trappola. A vantaggio degli interessi tedeschi, con i francesi al carro. 
Il Pd servo sciocco non poteva non liquefarsi
Quando si farà la storia si capirà perché il Pd non poteva non liquefarsi, il partito dei governi Napolitano: Monti, Letta, Renzi. “Esecutori volenterosi” della politica imperialista franco-tedesca. Tanta subalternità non paga. Il cafone meridionale non sa nulla dei trucchi bruxellesi, ma capisce.
La  seconda parte è un’arringa keynesiana in favore dell’investimento pubblico. Per il recupero o rifacimento delle infrastrutture, specialmente al Sud che ne è poco o punto dotato. 
“La questione meridionale oggi” è il sottotitolo, e prende la seconda metà del libro. Una analisi in dettaglio dei due cicli di “niente” per il Sud, negli anni 2007-2017, dall’inizio dell’austerità imposta all’Italia dalla Germania. Sotto il titolo “L’austerità come acceleratore del divario Nord-Sud”: “Ciò che rimane del ciclo di programmazione 2007-2013 è  il resto di niente”, lo stesso per il quinquennio successivo. Una storia di impegni d’investimento reiteratamente postdatati, da un ciclo all’altro, da un lustro all’altro. Si capisce che Renzi e Napolitano, il Pd, abbiano perso il Sud, tutto. Ma questo è incidentale, di poca importanza, rispetto al sottosviluppo del Sud stesso.
Andrea Del Monaco, Sud colonia tedesca, Ediesse pp. 320 € 15

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