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mercoledì 8 agosto 2018

La noia della noia

“Viviamo per uscire la sera, tutte le sere”. E: “Che facciamo il giorno? Ancora non lo sappiamo. Abbiamo delle colazioni”. La conclusione è un’anticipazione: “Gli operai si sono fatti la macchina. Presto usciranno tutte le sere”. Non errata.
La satira del generone italico, nel 1968, detto jet set, che il Sessantotto avrebbe spazzato via - non il generone, il linguaggio che generava. Ma dieci anni prima c’era già stata la “Dolce vita”, ben più persuasiva. È una satira dispeptica, non coinvolgente. Anche come ritratto d’epoca, cinquant’anni fa, non prende. Il Grande Imprenditore-Affabulatore-Seduttore, di cui il racconto è il rittratto, che discetta di etichetta prandiale, cena intima, seduta, in piedi, social, sexy, e social sexy o sexy social, fa suo ogni profilo femminile purché di classe (“la bellezza è intelligenza”), sognando “la principessa”, ha “serate” di 24 ore, e insolentisce ovviamente i collaboratori, è “the king of bidet”, impegnato a vendere l’attrezzo al mercato angloamericano, che lo ignora. Che è, era, una barzelletta.
Ottieri, letterato precoce, con interessi e studi di sociologia, è stato narratore prolifico, “il” narrator degli anni 1960 a giudicare dai titoli, ma non se ne salva probabilmente nulla. Forse “Donnaruma all’assalto”, 1959, sull’esperienza in fabbrica a Pozzuoli, che apriva con Volponi il breve filone della narrativa “industriale” – entrambi lavoravano con Adriano Olivetti. Questa satira ha l’aria di un divertissement, svagato. Un collage probabile di frasi tratte dalla stampa popolare scandalistica dell’epoca, “Stop”, “Abc”, “Oggi”, “Novella”. C’è anche una Piscicelli, in anticipo sul terremoto dell’Aquila. Ma non “colla”. Gli studenti “giocherellano”. Orazio, il Grande I-A-S, è sportivo, ma “lo sport da me preferito”, confessa non richiesto, “è il social climbing”. I dialoghi sono di questo tipo: “Il diner in piedi è denagogico. Serve quando mescoliamo. Il dîner  seduto serve quando scegliamo”.
Un reperto d’epoca, esso stesso. Di quando era d’obbligo la noia.
Ottiero Ottieri, I divini mondani
Bompiani, remainders, pp. 79 € 3,50
Guanda, pp. 90 € 11,50

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