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mercoledì 2 gennaio 2019

La grande isola Mediterraneo


Prendendo alla lettera il nome, non “in mezzo alle terre”, ma “terra di mezzo”, tra distese d’acqua, Amodio e Del Vecchio immaginano il Mediterraneo come un continente-isola. Con pianure, valli, rilievi. E tanti laghi, piccoli e grandi, dove ora ci sono le isole, la Sicilia, la Sardegna, le Eolie, le Baleari, eccetera. In polemica con la tentazione di erigere il mare a muro, nella questione immigrazione. Un posto abitato, condiviso, non una barriera. Un’isola, dove tenersi stretti, Tra l’Oceano Sahara a Sud e il Mare Freddo a Nord delle Alpi.
Amodio e Del Vecchio, architetti, designer, propongono un’idea, non la raccontano. Non c’è una storia, ma poi la storia sì, come farne a meno, è il Mediterraneo. La loro è un’idea di Mediterraneo, non un’utopia: “C’era un tempo in cui una sola terra univa le coste del Mediterraneo. Lunghi e continui erano i cammini che l’attraversavano e molti i viaggiatori che percorrevano le strade”. Ma anche le flotte e gli eserciti – la storia è purtroppo piena di muri e altre barriere, tribali e religiose.
Con varie sorprese grafiche. Scilla e Cariddi una città dai due volti, lo Jonio e il Tirreno. Gibilterra non uno stretto ma un grande volto, girato verso Ovest. E sono gli esploratori, Marco Polo, Colombo,  curiosi di sapere cosa c’era in quale grande massa d’acqua che attorniavano l’isola Terraneo – perché “gli abitanti dell’isola sognavano mondi liberi”.
Un equivoco, anche, più che una utopia. Grande terra, il Mediterraneo di Amodio e Del Vecchio è pur sempre una isola.
Marino Amodio- Vincenzo Del Vecchio, Terraneo, Gallucci, pp. 46, ill., ril. € 15

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