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sabato 5 gennaio 2019

Lo scandalo dello scandalo - o dell’ipocrisia

Leoluca Orlando contro Salvni? Sì, ma come falso scopo, per puntare Mattarella. La (vecchia) Dc non si corregge - Orlando ne è la quintessenza, il fucilatore di Falcone e altri onest’uomini, per micragnose questioni di potere.
Un distinto flair di ipocrisia ritorna in politica e nei media. All’insegna del politicamente corretto, che però non esime. Ogni anno il bilancio di previsione viene approvato la vigilia di Natale, o di Capodanno, con voto di fiducia, cioè “al buio” si direbbe a poker. Ma solo quest’anno il giudice Valerio Onida, che pure ha ottanta’anni buoni, trova la pratica disdicevole. Un caso eccezionale, della vecchiaia che risveglia la memoria invece di ottunderla? Ottimo, ma perché i costituzionalisti non fanno i garanti della Costituzione a tempo pieno?
Si fa scandalo della partita italiana che si gioca in Arabia Saudita, perché le donne non possono entrare allo stadio insieme con gli uomini, ma separatamente. Fino a qualche giorno fa, invece, si apprezzava il reame saudita perché sta infine liberalizzando la condizione femminile – fino a un anno fa le donne  non potevano entrare allo stadio e basta. Le donne ora possono prendere la patente. E perfino, cosa inaudita, mostrare il volto – fino a qualche mese fa dovevano uscire velate di nero intrasparente dalla testa ai piedi.
Si “fa scandalo” e basta, cioè, giusto per dirsi “siamo i migliori”: è la colpa, grande, del politicamente corretto - disinvoltura e lavarsi le mani. Che però non aveva scena aperta, non in Italia, e ora invece sì. Non per puritanesimo, per opportunismo.
Tutti sanno che i Comuni fanno a gara per creare centri di accoglienza – di concentramento, per quanto mansueto – per gli immigrati. Centri che sono quello che dice Salvini. Creati per l’appalto dei 35 euro al giorno per immigrato che il governo deve spendere. Che non sono molti, sono una dotazione modesta, ma allora la gara per accaparrarseli è tanto più turpe.
Ci sono epoche storiche definite per il sottogoverno. Un tempo era la sanità pubblica. Poi l’ecologia, soprattutto il business elettrico, e la raccolta differenziata dei rifiuti. Ora, su tutto, il Terzo Settore, per tutti i servizi che lo Stato e i Comuni non sanno svolgere, appaltati ai privati, associazioni senza fini di lucro ma purtroppo anche senza competenze, messe su a beneficio degli associati e di qualche dipendente: droga, poveri, senzatetto, assistenza domiciliare, e da alcuni anni l’immigrazione. Aprire un centro di accoglienza vale alcuni posti di lavoro, e questa è tutta la politica.
Sull’immigrazione sono disponibili esperienze ormai secolari, affinate, responsabili, per agevolarla e contenerne i guasti. Specie in quella intercontinentale, negli Usa, in Australia, in Canada. Con le richieste di manodopera, i visti, i contingenti, i ricongiungimenti familiari. In Europa non si può fare. Neanche nei paesi che da più tempo hanno sofferto l’inverno demografico e la necessità dell’immigrazione, la Francia, la Gran Bretagna, la Germania. I ricongiungimenti familiari – tutti quei bambini che viaggiano soli o con madri sole? I visti d’ingresso a personale più o meno qualificato? Una politica di trasporto dell’immigrato con visto, in sicurezza e a costo accessibile?
Basta dire, dirsi, che l’Africa è un continente di miserie e di terrore. Il vecchio atteggiamento razzista, della superiorità, ricoperto di buona volontà. Senza mai non solo non sapere o non volere imparare, ma nemmeno ipotizzare che l’africano è uno come noi, forse più agile di corpo e di mente perché meno ingolfato da zuccheri e carboidrati. Che conosce le leggi e le sa – o non le vuole – applicare. Che ha qualche scopo nella vita, che non sarà quello di fuggire.
Il decreto sicurezza non si sa ancora nemmeno cosa implichi. Si dice che aumenterà il numero degli immigrati irregolari. Mentre rientra nella politica dello scoraggiamento, che sola ha avuto successo – nel 2018, da metà anno, gli imbarchi avventurosi si sono dimezzati, 150 mila in meno.
O la tratta degli schiavi è potente, più intelligente e abile dei “belli-e-buoni” dell’accoglienza? Tenuta da africani, sicuro. L’Italia, relativamente nuova all’immigrazione, a partire dagli anni 1970, per prima cosa ha avuto l’immigrazione di prostitute nigeriane, che non si faceva coi barconi di notte, da quel lontano paese era impossibile, ma in aereo con i visti. Con centri di smistamento a Roma, a via Tacito, e a Livorno. L’africano vuole fatti, anche lui, non sorrisi – di compatimento.

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