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lunedì 15 luglio 2019

L’arte senz’arte contemporanea


Una piccola grande mostra di arte contemporanea, con una punta acuta di malinconia.
L’architetto Riani sistema in uno spazio minimo ben trenta capolavori: la collezione del Premio Carnevalotto, viareggino, legato al Carnevale. Da trent’anni, dal 1987, la fondazione Carnevale di Viareggio e lo Studio Sandino selezionano e comprano ogni anno un’opera d’autore. Un’opera “ispirata al mondo del Carnevale”, ma non necessariamente, non si vede – un’opera ricordo. Tutti i nomi che hanno fatto e fanno l’arte contemporanea in Italia vi sono così rappresentati: Mitoraj, Paladino, i Pomodoro, Cascella, Matta, Fioroni, et al.
La malinconia viene dall’inconsistenza di tanta eccellenza. Il secondo Novecento non regge alla prova museo. Nulla da conservare, né forme né colori, forse nemmeno come reperto. Ogni opera volendosi una poetica, che però è inutile decifrare.  
Paolo Riani ( cura di), Oblò, foyer del Gran Teatro all’Aperto Giacomo Puccini

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