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lunedì 9 novembre 2020

Il Grande Bancomat Sanità

Fa macelli il covid-19 dove più forte e anzi dominante è la sanità privata, a partire dalla Lombardia, col Veneto e il Piemonte – il coinvolgimento dell’Emilia in primavera avvenne per ragioni di confine. Una sanità che prospera senza responsabilità pubbliche, garantendo servizi soprattutto alberghieri – quando c’è l’urgenza, o il caso difficile, o l’epidemia, questi si lasciano al pubblico. Ma con entrate garantire dal pubblico, a convenzioni convenienti.
Il sistema sanitario è diventato in Italia largamente privato. Ma di un privato saprofita, a spese doppiamente del pubblico: per le convenzioni generose, e come pubblico pagante, attraverso le assicurazioni private, onerosissime, e di tasca propria, ad abbattimento fiscale irrisorio - offensivo. Un settore ricco, per chi lo gestisce, e ricchissimo, facile, anzi protetto.
La regionalizzazione della sanità, che non ha nessun beneficio per gli utenti e per il sistema (una moltiplicazione di burocrazie), è stata voluta e si è realizzata, con impegno congiunto della Lega e dell’Ulivo oggi Pd, a questo fine: garantire i privati attraverso il condizionamento della politica locale. Un traffico di influenze gigantesco, altro che il concorso esterno in associazione mafiosa su cui si gingillano i Carabinieri. E di corruzione,  occulta e anche palese. Gli scandali denunciati a Milano, a carico di Formigoni o di magnati del business, è solo la punta di un iceberg enorme, che stranamente non si rileva. Né fanno scandalo le trasmigrazioni costanti di manager dal privato al pubblico e viceversa.
La sanità privata è il settore più redditizio in Italia. Che si è svìluppato in pochi anni. Per collusioni politiche evidenti, di destra e di sinistra - il più grande gruppo lombardo e italiano del settore, Rotelli, è stato sviluppato da un impiegato Asl col concorso del banchiere Bazoli, sinistra Dc (ne fece pure il frontman per il controllo del “Corriere della sera” dal 2006 al 2016).

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