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lunedì 19 luglio 2021

Ecobusiness

Il ministro dell’Ambiente Cingolani non si smentisce: la transizione ecologica? “Confermo, potrebbe essere un bagno di sangue”. Se non sarà graduale, e mirata sui bisogni generali e non su interessi di parte - di mercato industriale, di mercato politico: “Per cambiare il sistema e ridurre il suo impatto ambientale bisogna fare cambiamenti radicali, che hanno un prezzo. Dovremo far pagare molto la CO2, con conseguenze, ad esempio, sulla bolletta elettrica”.
Più radicale ancora l’ex ministro dell’Industria, l’economista Alberto Clò, specialista delle questioni energetiche, ammonisce su “La Nazione-Il Resto del Carlino” contro una transizione affrettata, quale quella del piano Ue: “Fa danni sociali e riduce le emissioni globali solo dell’1 per cento”. L’Europa conta poco, riflette mesto l’ex ministro: ha già fatto molto e può fare ancora poco, il problema delle fonti di energia fossili è la Cina.
Il problema paventato da Cingolani è stato sollevato col governo tedesco, che ha ispirato il piano di Bruxelles, dal presidente francese Macron: l’industria automobilistica francese, ora franco-italiana, dovrebbe chiudere. E lo stesso il nucleare, che in Francia copre ancora il 70 per cento della produzione di elettricità, ed è considerato “pulito”.

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