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giovedì 23 settembre 2021

Il giallo (non) per ridere

La mano sinistra di Lucarelli? E dei Manetti Bros.? Un tentativo, ormai all’ottavo anno, di giallo comico, dove non si ride, e anzi si sbuffa. Che la Rai stessa ha variamente bocciato, sospeso, posposto, ma che sempre si ripropone, a furia di social – autogestiti?  La “comicità” di Coliandro, e della sua “squadra”, il soggettista-sceneggiatore e i registi riducono a piccola goliardia: le due agenti Caterina Silva e Benedetta Cimatti che si esibiscono alla lap - o pole dance , insomma a contorcersi nude al palo (non male peraltro, se il posteriore è il loro), Coliandro che sente “l’omino” dentro di lui, Aurora De Zan (Chiara Martegiani?), la figlia del commissario capo, che è una giudice sbalestrata, sospesa, quasi condannata, e si diverte a tutte le specialità di pornhub al povero Coliandro, mentre il babbo è in coma.
La quarta stagione, benché molte promozionata, non smuove gli spettatori. L’idea di Lucarelli, il giallo comico, doppiato dai Manetti Bros. con quello demenziale alla Blues Brothers, o più probabilmente di periferia, alla Thomas Milian buonanima casinista, non appassiona: due milioni gli spettatori, il 10 per cento della audience, non molto per una produzione originale. Anche se molto al chiuso, in studio. Si uccide e si fanno attentati, ma in un fiat. Il tempo trascorre tra umori e languori, di Coliandro e di ogni altro. La suspense  è tutta nell’attesa, paziente, che le interminabili digressioni si consumino. Perfino le scene di sesso, ce ne sono numerose, insistite e differenziate, si guardano con la stessa attesa: quando finisce?
Nemmeno Bologna è in bella vista, pochi e non lusinghieri i fermo-immagini della location: i romanacci Manetti Bros e lo stesso Lucarelli, ne fanno un fondale muto, e anonimo – tutto il contrario di Bologna.
Carlo Lucarelli-Manetti Bors., L’ispettore Coliandro, Rai 2

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