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giovedì 21 ottobre 2021

Andare all'inferno con Dante - ma viene meglio scritto

Dalle figurazioni dell’“Inferno” di Dante, dipinti, incisioni, disegni, miniature, sculture, con due film muti dei primi anni 1920, a quelle del diavolo, fino alla guerra, il carcere, la fabbrica, il manicomio. Per ultimo le stelle, in qualche dipinto o incisione, nei versi di Leopardi e di Rilke, e nelle immagini in movimento del firmamento con il telescopio spaziale Hubble.
Un viaggio figurativo del Male, in età moderna e contemporanea. Dal Beato Angelico alle incisioni di Goya e di contemporanei spagnoli e catalani. Clair, storico dell’arte (“Critica della modernità”), Accademico di Francia e curatore di mostre, ha voluto ricordare in questo modo il centenario di Dante, di cui si sono concluse le celebrazioni.
Una mostra che fa epoca. E per più aspetti sorprendente, con la “Caduta degli angeli ribelli” di Andrea Commodi, primo Seicento, un dipinto e un pittore tenuti nelle segrete degli Uffizi, che la mostra squaderna anche in rilievo 3D, o col “Diavolo” frontale monumentale di sir Thomas Lawrence, tardo Settecento: un tripudio di corpi maschili in ogni posizione. Ma, indirettamente, è un omaggio alla parola di Dante, rispetto alle immagini che pure tanti artisti di nome hanno provato a ricavarne – la lista dei nomi che le Scuderie e gli organizzatori possono vantare è lunga, ci sono anche Rodin, con grandi progetti, Bosch, Breughel il Vecchio, i napoletani Salvator Rosa e Monsù Desiderio, Delacroix, Bouguereau, Manet, Balla, Otto Di, et al. - ma forse poco ispirati.  
Jean Clair,
Inferno, Scuderie del Quirinale

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