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lunedì 27 dicembre 2021

Il capolavoro al cinema viene per caso

Il vecchio produttore che non ne ha mai imbroccata una, reduce dall’ultimo fiasco, che lo ha lasciato indebitato con le mafie finanziatrici, ma innamorato del cinema (a nessun prezzo cede un copione che giudica il più bello del mondo), scopre che può saldare i debiti, e anche arricchirsi, senza fare nulla: impiantare una produzione, assicurare il protagonista per un milione di dollari, e assicurarsi che muoia al primo ciak, così si risparmia pure. Le cose naturalmente non andranno così, ma il vecchio De Niro ne uscirà ugualmente gratificato: coincidenze e circostanze gli regaleranno infine il capolavoro, e molti soldi. A lui e ad altri gradevoli vecchietti, Morgan Freeman, il capomafia, e Tommy Lee Jones, il vecchio cowboy strappato alla roulette russa nella casa di riposo per artisti falliti.
A partire dal titolo, una gradevole presa in giro di molti cliché – anche audace: forse per un pubblico non americano? La buona morte impossibile. Il capomafia nero - ci vuole parità di trattamento. Il cowboy con sangue indiano. Il regista, come dev’essere, femmina e bella, anche se un po’ tonta o inesperta. Nonché del modo di fare cinema, dove l’esito è del tutto casuale.
Un remale del titolo omonimo (“The Comeback Trail” in originale) di quarant’anni fa, di Harry Hurwitz, con la ricetta del film di culto – farebbe ridere anche De Niro se parlasse meno.
George Gallo, C’era una truffa a Hollywood, Sky Cinema

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