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giovedì 30 dicembre 2021

Le avventure della smemoratezza

Uscito a maggio e visto poco, il racconto pervasivo di alcune giornate di un vecchio padre afflitto da demenza, che affligge la figlia accudente. Il primo film di Zeller, adattato dalla sua pièce teatrale “Il padre”, premiato per questo con l’Oscar per la sceneggiatura non originale, e per l’interpretazione di Anthony Hopkins. Un film da camera, molto parlato, con poche immagini, e praticamente fisse, che però si fa seguire, avvolgente se non coinvolgente – i suoi strani svolgimenti si sa che sono effetto dell’alzheimer. Il tema musicale è di Ludovico Einaudi – con un paio di ritornanti romanze, “Casta Diva” (Calas?) e “Je crois entendre encore”, da Bizet, “I pescatori di perle”, quest’ultima da segnalare per il canto incredibilmente perfetto di Cyrille Dubois .  
Una curiosità è che il film ha incassato in Italia un milione. Poco o molto? Considerando le cautele imposte dal virus, si direbbe molto. Considerando che è stato in programmazione tre mesi, in estate, quando il virus non era pericoloso, e che è piaciuto a nove spettatori su dieci, sembra poco - come se gli Oscar e il passaparola non avessero funzionato. Pagato l’omaggio al mostro sacro Hopkins, resta forse che il tema è indigesto in Italia: parlare tanto o solo dell’infermità, la vecchiaia, la solitudine, la morte, non piace – se non per riderne. Si spiegherebbe il silenzio sulle leggi per la buona morte che si vengono imponendo: non è per scongiuro ma per un fatto culturale. Si preferisce non pensarci, non pensare alla morte inevitabile prossima ventura, alla disgrazia, alla menomazione, alla paralisi, alla follia.
Florian Zeller, The Father – Nulla è come sembra, Sky Cinema

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