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venerdì 15 luglio 2022

La guerra non tocca la Russia - 4

L’attivo della bilancia dei pagamenti russa è cresciuto nel secondo trimestre. Per ridotte importazioni ma più per l’aumento delle esportazioni, in valore, di petrolio e gas – le sanzioni europee hanno avuto l’effetto finora di aumentare le quotazioni internazionali.

Nei primi 100 giorni di guerra la Russia ha incassato 93 miliardi di euro dagli idrocarburi. Ne ha esportato di meno, ma a prezzi più alti. Nel secondo trimestre la bilancia dei pagamenti ha registrato un avanzo di 70 miliardi di euro, surplus record. Rispetto ai primi tre mesi il valore delle esportazioni è diminuito, da 166 a 153 miliardi di dollari, le importazioni però sono scese da 88,7 a 72,3 miliardi.

La notizia ha rivalutato il rublo di un 3 per cento sul dollaro, quotando a 58,4 rubli per dollaro.

“L’economia russa resiste meglio del previsto”, malgrado la guerra e le sanzioni, secondo la banca americana JP Morgan: “Va verso una recessione morbida, con pil in calo del 3,5 per cento”.

Tutte le aziende giapponesi, e molte europee, compresi una ventina di gruppi italiani (tra essi Unicredit e Intesa), continuano a operare in Russia.

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