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venerdì 31 marzo 2023

Niente segretario italiano per la Nato

Non c’è, non c sarà, un candidato italiano alla segreteria generale della Nato (avrebbe dovuto essere Draghi, secondo i media). L’Italia, il governo e anche parte dell’opposizione in questo caso, Pd e Azione-Iv, mantiene e rafforza lo schieramento a favore dell’Ucraina, un paese invaso. Ma teme il surriscaldamento della guerra operata dalla Nato. E marcia passivamene, con riluttanza, nell’estensione della Nato all’Indo-Pacifico, cioè a guardia contro la Cina.
L’Italia teme l’approccio aggressivo di Biden. Senza un obbiettivo dichiarato, nel caso della Cina, con un obiettivo rischioso nel caso dell’Ucraina.
Gli Stati Uniti sono reduci da cinque guerre negli ultimi venti anni, di cui quattro perdute, in Afghanistan, Iraq, Libia e Siria, nelle quali hanno coinvolto paesi Nato - e la quinta non si può dire un successo, il Kosovo crea problemi. Con una perdita tutto sommato lieve di vite umane nel caso dell’Italia, ma con spese ingenti. Senza nessun effetto.
L’esperienza non si vuole ripetere in Ucraina e nell’Indo-Pacifico, perché i rischi vi sono altissimi. A fronte di una strategia che forse per l’America è chiara ma per l’Italia no.

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