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venerdì 2 giugno 2023

Ritorna la Polonia, imperiale a anti-tedesca

Ritorna il nazionalismo polacco, antirusso e antitedesco – e in prospettiva antiucraino? Militante: Varsavia ha in programma il raddoppio degli effettivi armati, da 150 a 300 mila, e l’upgrade di tecniche e di armamenti, portando la spesa militare, oggi già la più alta in Europa in rapporto al pil, dal 2 al 5 per cento – percentuale storicamente record per un Paese in pace. In sintonia con Londra e, per il momento, con l’Ucraina. Di cui la Polonia è oggi comunque, insieme con la Gramne Bretagna, il difensore in Europa più largamente e desisamente impegnato.
Non è una novità: la guerra di Putin ha solo accelerato una tendenza già forte in Polonia. Col governo di destra, ma anche prima. Quale partner europeo più affidabile per gli Stati Uniti, insieme con la Gran Bretagna. E avanguardia “contro l’egemonia franco –tedesca” nella Ue, oltre che contro la Russia, come il primo ministro Mateusz Morawiecki spiegava a Mastrobuoni su “la Repubblica” un anno fa.
Nel 2022, esattamente una settimana prima dell’attacco russo all’Ucraina, la Polonia firmava un “patto di sicurezza”, che aveva promosso, con Gran Bretagna e Ucraina. In materia, specificamente, di “sicurezza, energia e contro-informazione”. Contro la Russia, e in subordine contro la Germania.
Da almeno un dodicennio (ma di fatto già da prima, con la presidenza Kaczynski, presidente del consiglio l’“amerikano” Tusk) la Polonia ambisce dichiaratamente a un sottogruppo est-europeo nel quadro Ue in antitesi all’“asse renano”, Francia-Germania – cioè in antitesi alla Germania. Con la promozione nel 2012 del 16+1 (poi 17+1, ora 14+1, essendone fuoriusciti i tre Paesi baltici), il minimercato comune con la Cina. E col progetto del 2015, in accordo con la Croazia all’altro estremo del quadrante Est-europeo, della Three Seas Initiative (Tsi) o “Trimarium”– un nome che non a caso evoca l’“Intermarium” di Piłsudski, il leader ipernazionalista della Polonia ricostituita nel 1919.
La Polonia di Piłsudski, “rivoluzionario, generale, politico e dittatore” (wikipedia), fece guerra a tutti i vicini: tedeschi, russi, ucraini, lituani, cechi. Il progetto Intermarium prevedeva la ricostituzione di una confederazione Est-europea a guida polacca, sul modello dell’unione Polonia-Lituania del 1386, l’unione tra il regno di Polonia e il granducato di Lituania sotto l’egida della dinastia polacca degli Jagelloni. Che con la fine degli Jagelloni, l’unione divenne nel 1569 la Repubblica delle Due Nazioni, una monarchia elettiva. Finché non subentrarono le spartizioni della Polonia, tra il 1772 e il 1795 – con Piłsuski rinasceva la Polonia unita.
Il Tsi-Trimarium è un disegno americano. Fatto avanzare da alcuni centri studi. Su base geopolitica, ma con distinte caratterizzazioni strategiche, imperiali. La Polonia jagellonica si estendeva dal Baltico al mar Nero e all’Adriatico. Il Tsi-Trimarium pure, seppure limitatamente all’energia. Insomma al gas. Fu ideato in America in contrapposizione al Nord Stream, che legava la Germania alla Russia saltando Ucraina, Polonia e Baltici. E creava un corridoio Nord-Sud. Collegando il Baltic Pipe, il gasdotto dalla Norvegia alla Polonia via Danimarca, agli impianti di rigassificazione in Croazia. Che eventualmente si collegherebbe anche al Tap, il gasdotto dall’Azerbaigian all’Italia fortemente voluto, anch’esso, dagli Stati Uniti.
Il Baltic Pipe è diventato operativo il giorno dopo le esplosioni che hanno danneggiato tre delle quattro condotte del Nord Stream Russia-Germania. Che oggi si scoprono opera dei servizi ucraini, con collaborazioni esterne - una base in Danimarca o, più probabilmente, in Polonia.
Al primo vertice Tsi, a Varsavia nel 2017, ospite d’onore è stato il presidente americano Trump. Al vertice del 2019 a Bucarest la Germania ha voluto essere presente, ma è stata ammessa solo come membro osservatore. Per  la “ferma opposizione” della Polonia. In corso è un progetto, lanciato da Varsavia due mesi fa, per una unione economica tra Polonia, Romania e Ucraina, come nocciolo anti-tedesco – anche se la Germania è il partner economico principale di ognuno dei tre paesi.

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